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COSENZA – Si è concluso con ventisei condanne e 12 assoluzioni il processo celebrato con rito abbreviato per 38 indagati dell’operazione “Frontiera” che ha colpito il clan Muto attivo a Cetraro nel Cosentino nel luglio del 2016 (LEGGI LA NOTIZIA).

La condanna più alta a 17 anni è stata inflitta a Guido Maccari, considerato, insieme a Franco Cipolla (condannato a 14 anni e 8 mesi), «organizzatori, col compito di gestire il traffico di narcotico, procurando e gestendo sempre nuovi canali di approvvigionamento di stupefacenti, di organizzare le piazze di spaccio selezionando e rifornendo i grossisti della consorteria».

A Luigi Muto, figlio del boss Franco a giudizio con rito ordinario, sono stati inflitti 15 anni e 4 mesi di reclusione. Condannata a 9 anni anche la moglie del capobastone Angelina Corsanto reggente del clan dopo l’arresto del marito tanto da detenere la “bacinella” dell’organizzazione criminale. Assolti invece gli amministratori giudiziari Nicola Giuseppe Bosco, Gennaro Brescia, Salvatore Baldino e Gianluca Caprino.

L’inchiesta “Frontiera”, partita da un troncone dell’indagine sull’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco-pescatore di Pollica (Salerno) ucciso nel 2010, ha portato nel luglio scorso all’arresto di 58 presunti appartenenti alla cosca Muto, indagate per associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, rapina, usura e illecita concorrenza con violenza e minaccia.

LEGGI LA NOTIZIA SUL RINVIO A GIUDIZIO LEGATO
AL PRIMO TRONCONE DELL’OPERAZIONE FRONTIERA

Le indagini, condotte da carabinieri e guardia di finanza, sono state dirette dal procuratore della Repubblica Nicola Gratteri, dall’allora aggiunto Giovanni Bombardieri e dall’aggiunto Vincenzo Luberto e dai sostituti Camillo Falvo e Alessandro Prontera. 

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