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Sandro Principe

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RENDE (COSENZA) – Quattro condanne, quattro rinvii a giudizio e due assoluzioni: queste le decisioni del gup di Catanzaro Pietro Carè per le persone coinvolte nell’inchiesta “Sistema Rende” condotta dall’allora pm di Catanzaro, oggi procuratore di Paola, Pierpaolo Bruni.

Sandro Principe, ex assessore regionale ed ex sindaco di Rende, è stato rinviato a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione aggravata dalle modalità mafiose. Stessa decisione anche per un altro ex sindaco di Rende, Umberto Bernaudo, e per l’ex consigliere provinciale di Cosenza Pietro Ruffolo. Per tutti e tre è stato disposto il non luogo a procedere per un capo di imputazione relativo a episodi di corruzione elettorale.

A processo anche Giuseppe Gagliardi, ex assessore comunale di Rende, che dovrà rispondere di corruzione elettorale aggravata dalle modalità mafiose. Non luogo a procedere invece, sempre per Gagliardi, per l’accusa di corruzione.

Per loro il processo inizierà il prossimo 12 giugno. Il gup ha inoltre pronunciato sentenza per gli altri indagati che avevano fatto richiesta di essere giudicati con rito abbreviato. Assolti i due esponenti della cosca Lanzino-Ruà, Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo. Condannati invece a 4 anni e 8 mesi ciascuno Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo, anche loro ritenuti affiliati alla cosca cosentina.

Due anni di reclusione sono stati infine inflitti all’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e a Marco Paolo Lento per la corruzione elettorale per le Regionali del 2010. Il gup Carè ha dichiarato anche la sospensione del diritto di elettorato per i quattro condannati, mentre per il solo Mirabelli anche la privazione del diritto di eleggibilità.

L’inchiesta, scattata il 23 marzo 2016, aveva svelato i presunti intrecci tra politici locali ed esponenti del clan della ‘ndrangheta Lanzino-Rua.

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