Uno scatto dei danni provocati dall'alluvione di Rossano
2 minuti per la letturaROSSANO – Decine e decine di abusi edilizi nell’area del torrente Citrea a Rossano, che diventano centinaia se allarghiamo il raggio includendo altre zone a rischio alluvione nei territori di Rossano e Corigliano. Ci sono anche svariati «abusi legalizzati» visti i tanti condoni riscontrati, in punti ad alto rischio idrogeologico: condoni che sarebbero stati illegittimamente richiesti da ingegneri, architetti e geologi, e concessi dagli uffici municipali, che, invece, avrebbero dovuto non accogliere le istanze.
Abbiamo, poi, numerose lottizzazioni e centinaia di interventi edilizi effettuati dopo il 2001 su lotti a rischio Pai, classificati con la massima categoria di rischio (R3 e R4), dove edificare è rigorosamente proibito. Sono stati, inoltre, segnalati interventi completamente abusivi dove è evidente la responsabilità del mancato controllo da parte delle amministrazioni comunali. C’è, infine, la mancata pianificazione e realizzazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria di pulizia degli alvei fluviali da parte degli enti preposti.
Tutto ciò e altro ancora è emerso nell’inchiesta della procura di Castrovillari, che ha avviato il procedimento a seguito dell’esondazione del torrente Citrea avvenuta il 12 agosto del 2015. Il procuratore Eugenio Facciolla dopo aver analizzato la corposa consulenza del Ctu, Carlo Tansi, sta predisponendo la linea di intervento dell’autorità giudiziaria per prevenire ulteriori alluvioni e colpire le ipotizzate responsabilità di pubblici ufficiali, professionisti e privati cittadini.
L’elenco delle persone indagate è lungo e sono diversi i reati contestasti dalla magistratura inquirente. Oltre alla relazione del Ctu, la procura di Castrovillari ha in mano altri elementi scaturiti da altro tipo di indagini sul disastroso evento. Il torrente Citrea, si ricorda, straripò il 12 agosto del 2015, dopo un forte nubifragio, causando ingenti danni a residenti e vacanzieri.
In un primo momento, guardano dall’alto la curva quasi “a gomito” del corso d’acqua – il punto dove la piena ha rotto gli argini – si pensò ad una recente modifica del canale del torrente ad opera dell’uomo per ricavare un’area dove poter edificare. In altre parole, si sospettò che il corso del torrente fosse stato deviato in quel dato punto, al fine di liberare lo spazio antistante e consentire la realizzazione di diversi edifici, che sono quelli colpiti dall’esondazione. Sospetto, però, smentito dalla consulenza pervenuta in procura.
Secondo le ricerche del consulente tecnico, quella strana curva del corso d’acqua è presente da chissà quanto tempo e non sarebbe stata apportata negli ultimi cinquant’anni. Aldilà di ciò, rimane pur sempre grave la condotta di chi ha permesso o condonato una vasta edificazione su quei terreni così ad alto rischio. Nei Comuni di Rossano e Corigliano sono state individuate diffuse aree esposte al pericolo di alluvioni e densamente edificate in modo abusivo o edificate con autorizzazioni illegittime.
Si prevedono, pertanto, sviluppi giudiziari clamorosi.
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