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Fatta luce su una pesantissima guerra di mafia che ha insaguinato per anni la costa tirrenica cosentina. Cinque le assoluzioni

PAOLA (COSENZA) – Quattordici pesantissime condanne (ben undici sono ergastoli) e cinque assoluzioni. E’ questo l’epilogo, in Corte d’Assise a Cosenza, del giudizio di primo grado nell’ambito del terzo filone della maxi inchiesta antimafia denominata “Tela del Ragno”, istruita dal pubblico ministero Eugenio Facciolla.

La Dda ha così fatto luce su sette omicidi di ‘ndrangheta consumati sulla costa tirrenica cosentina nell’ambito di distinte guerre di mafia. La Corte d’Assise cosentina ha inflitto il carcere a vita a Nella Serpa, reggente della cosca Serpa-Bruni di Paola (nella foto), ma anche al mammasantissima cosentino Giovanni Abbruzzese. Ergastolo per il paolano Gennaro Ditto, l’aspirante giovane capomafia degli Scofano-Martello e per Giancarlo Gravina, ex uomo d’onore fedele ai fratelli Giuliano e Ulisse Serpa prima del loro pentimento.

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Carcere a vita anche per il fuscaldese Mario Martello, fratello del defunto boss Luciano, ucciso dai Serpa-Bruni per vendicare la morte di Pietro Serpa, fratello di Nella. Ergastolo, ancora, per Franco Tundis e per la sua banda: Fabbrizio Poddighe, Mario Mazza, Peppe Lo Piano.

Ad Amantea, invece, si registra l’assoluzione eccellente del capomafia Tommaso Gentile, mentre Guido Giacomino alias Il Pantera s’è beccato il carcere a vita. Condannato all’ergastolo, infine, il presunto braccio destro di Gennaro Ditto, ossia Valerio Salvatore Crivello alias il palermitano. Ad Umile Miceli, inoltre, sono stati rifilati ben 22 anni di carcere, mentre i collaboratori di giustizia Giuliano Serpa e Vincenzo Dedato portano a casa rispettivamente 14 anni e 11 anni di carcere.

Ed infine le assoluzioni: il cuoco Paolo Brillantino; il fratello della “bionda”, Livio Serpa; il fuscaldese Mario Matera ed il pentito Ulisse Serpa, oltre al già citato Tomas Gentile.

Eugenio Facciolla aveva chiesto 14 ergastoli (Giovanni Abbruzzese, Paolo Brillantino, Valerio Salvatore Crivello, Gennaro Ditto, Giancarlo Gravina, Giacomino Guido, Giuseppe Lo Piano, Mario Martello, Mario Mazza, Umile Micieli, Fabrizio Poddighe, Livio Serpa, Nella Serpa e Francesco Tundis), nonchè la condanna a 12 anni di carcere per i pentiti Vincenzo Dedato e Ulisse Serpa, e 15 anni per il collaboratore Giuliano Serpa. Il Pm chiedeva poi l’assoluzione per Tommaso Gentile e Mario Matera. Insomma, la pubblica accusa può ritenersi soddisfatta.

Sette gli omicidi contestati, a cominciare dal delitto eccellente di Giovanni Serpa, padre di Mario e Guerino Serpa, storici capi della cosca di Paola, consumato negli anni ‘80. E, ancora, l’omicidio di Salvatore Imbroinise, Luigi Sicoli, Pietro Serpa, Luciano Martello, Rolando Sicilian o e Carmine Chianello.

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