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Ciclone giudiziario sul dirigente scelto per liquidare il Consorzio di bonifica pieno di debiti

COSENZA – Era stato scelto dalla giunta Scopelliti per liquidare un carrozzone regionale travolto dai debiti – il Consorzio di bonifica Sibari-Crati – ma l’unica “liquidazione” operata con successo dall’allora commissario Domenico Bilotta, riguardava la sua parcella: quasi un milione e mezzo di euro. Una condotta che oltre a comportargli la revoca dell’incarico, a settembre del 2015, lo ha fatto finire oggi sotto inchiesta con l’accusa di peculato.

Nei giorni scorsi, Bilotta è stato sentito in Procura nelle vesti di indagato, difendendo ancora una volta la regolarità del proprio operato, come già aveva fatto – invano – con i funzionari della Regione che pretendevano da lui la restituzione del denaro, ritenendo che le sue spettanze fossero di gran lunga più modeste: il 50% dell’indennità del sindaco della città capoluogo di provincia. La questione risarcimento è ancora aperta, ma ad essa se ne affianca ora un’altra per lui altrettanto spinosa. Commercialista con la passione della politica – è presidente provinciale a Cosenza di “Italia unica” – era stato nominato nel 2010 in quota centrodestra al timone di quel Consorzio nato per rilanciare l’economia agricola della Piana di Sibari e dintorni, ma che nei fatti non ha mai rispettato tale regola d’ingaggio, assumendo fin da subito i contorni del carrozzone mangiasoldi.

Messo in liquidazione già nel 2006, proprio in quell’occasione il Sibari-Crati aveva ottenuto il via libera, da parte della Regione, all’accensione di un mutuo da trentasei milioni di euro che, nelle intenzioni, dovevano servire a pagare i debiti contratti nel corso degli anni. Commissario liquidatore, in quel caso, era Salvatore Gargiulo, ma dai calcoli effettuati dal suo successore, è venuto poi fuori come la massa debitoria ammontasse a 155 milioni, quasi cinque volte tanto. Morale della favola: la chiusura definitiva non è mai avvenuta, e il Consorzio ha continuato a vivacchiare per un altro quinquennio, facendo parlare di sé solo per i compensi record percepiti dai suoi amministratori.

Prima di Bilotta, infatti, era toccato a Gargiulo di incassare quasi ottocentomila euro, e anche da lui oggi la Regione pretende la restituzione di quei soldi. Dopo aver revocato l’incarico a Domenico Bilotta, il ruolo di commissario liquidatore del Sibari-Crati è stato assunto da un dirigente regionale, l’avvocato Rodolfo Elia, destinatario solo di un rimborso spese.

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