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Prima tegola giudiziaria per la nota giornalista coinvolta nell’inchiesta Vatileaks sui documenti segreti del Vaticano. Aveva contestato multe a Roma usando un pass della zia disabile scaduto e modificato

COSENZA – Pena patteggiata ad otto mesi per aver usato fino a 2014 il pass della zia disabile, morta nel 2008, con l’obiettivo di attraversare la Ztl nel centro storico di Roma. Nuova grana per Francesca Immacolata Chaouqui, la calabrese diventata nota per l’indagine “Vatileaks” e membro della Commissione d’indagine per gli affari economici della Santa Sede istituita da papa Francesco il 19 luglio del 2013.

La vicenda riguarda l’impugnazione che la Chaouqui aveva fatto per 95 contravvenzioni, ma la Procura ritiene che la donna le avesse impugnate sul presupposto che avesse diritto a passare nella zona a traffico limitato con il documento della parente defunta. I reati oggetto del patteggiamento sono stati falso, tentata truffa e truffa aggravata.

L’utilizzo del pass risale alla fase precedente alla nomina come unica donna e membro laico del gruppo voluto dal Pontefice in una commissione interna del Vaticano. Lo stratagemma serviva alla pierre per ridurre i tempi degli spostamenti in centro, sperando di evitare di incorrere in contravvenzioni. La calabrese originaria di San Sosti, dopo le varie multe, presentò ricorso in prefettura, ma alla base del procedimento amministrativo allegò il documento della zia disabile defunta, ovviamente ormai non più valido. A quel punto il ricorso è stato bloccato e sono scattate le indagini della Polizia Locale di Roma Capitale, con la successiva segnalazione della vicenda in Procura.

Inoltre, le indagini evidenziarono che sui documenti sarebbe stata riscontrata la presenza di timbri falsi per rendere credibile il pass. Tutte vicende che hanno ora portato alla prima condanna per Chaouqui.

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