Roberto Bartolomeo
2 minuti per la lettura“Bastardo”, “lurido” e “pisciaturo”. Sono alcuni degli epiteti che Roberto Bartolomeo si è sentito rivolgere ieri all’interno del seggio elettorale di Cuturella, in via Popilia. Responsabili dell’accaduto, a suo dire, alcuni candidati e sostenitori di Francesco De Cicco.
“Hanno tentato anche di aggredirmi fisicamente” aggiunge il candidato della Lega al consiglio comunale, riassumendo così il suo pomeriggio elettorale ad altissima tensione. Per surriscaldare gli animi è bastata la sua presenza. “Sono arrivato al seggio in compagnia del papà di un’altra nostra candidata e subito sono stato ricoperto da insulti.
Qualcuno ha tirato anche delle pietre contro la nostra auto”. La prudenza gli suggerisce di andare via, ma alcune ore dopo torna in via Popilia, stavolta accompagnato da alcuni agenti della Digos. “Lo scrutinio era terminato, e così sono entrato nel seggio chiedendo al presidente di sapere quanti voti avevo preso. Mi è stato risposto di andarmene e di aspettare fuori i risultati. Anche il poliziotto all’ingresso mi ha invitato a uscire. E così ho fatto”.
Si posiziona dunque fuori dalla scuola in compagnia di altre persone e resta in attesa, ma mezzora più tardi accade qualcosa: “Arriva un consigliere comunale uscente ed entra nel seggio. Si trattiene per un po’ all’interno, poi esce e si saluta confidenzialmente con il poliziotto che poco prima mi aveva fatto allontanare”.
A quel punto, Bartolomeo decide di manifestare il proprio disappunto all’uomo in divisa, lamentando la disparità di trattamento ricevuta. “Ma stavo protestando con il poliziotto, non ce l’avevo in alcun modo con i presenti”, che però a quel punto si sarebbero sollevati contro di lui, subissandolo di contumelie e insulti minacciosi. “Uno dei più scatenati era proprio il consigliere. Tra le altre cose mi dicevano di andare via perché questo non era più il mio territorio. A me, che ho fatto la storia di via Popilia”. Proprio nei seggi elettorali del suo quartiere, il più popoloso della città, si sarebbero registrate a suo dire molte altre fibrillazioni.
“I candidati e i supporter di De Cicco presidiavano quelle scuole come se ne fossero i padroni. Sono passato da tanti seggi in centro e lì le forze dell’ordine non permettevano a nessuno di entrare. In via Popilia, invece, le persone erano letteramente assembrate all’interno”. Bartolomeo sta valutando in queste ore se sporgere o meno denuncia all’autorità giudiziaria.
Nel frattempo, il suo ultimo messaggio è proprio per De Cicco: “Lui non c’entra in questa storia. Ci conosciamo fin da bambini. Io e i miei fratelli lo abbiamo iniziato alla politica. Però, deve prendere le distanze da questa gente di cui si è circondato perché preso dal desiderio di diventare sindaco. Proprio questi atteggiamenti prevaricatori, incivili, inaccettabili, invece di favorirlo gli hanno fatto perdere voti. Ne sono più che convinto”. Tutto questo si sarebbe consumato sotto gli occhi di decine di testimoni. “Con me – conclude Bartolomeo – c’era pure mio figlio diciottenne che è rimasto incredulo e scioccato, alla fine ha scaricato la tensione con le lacrime. Mi ha chiesto di non candidarmi più”.
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