Mucche al pascolo alle Terme Luigiane
3 minuti per la letturaACQUAPPESA (CS) – Mucche e cani randagi invadono le Terme Luigiane, chiuse da mesi per scelta della politica locale e regionale.
Dove una volta si sentiva il vociare di turisti, curandi e bambini ora gli unici esseri viventi che si incontrano nell’area termale sono una mandria di mucche e un branco di cani randagi. Di notte, in quel luogo e l’atmosfera diventa spettrale, con gran parte della stazione termale completamente al buio, visto che l’energia elettrica è stata negata dalle amministrazioni comunali di Acquappesa e Guardia Piemontese.
«Il tutto fa paura – spiegano in una nota i lavoratori delle Terme Luigiane – su quello che può essere annoverato tra i più grandi e gravi fallimenti politici e amministrativi della storia! Solo grazie alla incompetenza e indifferenza politica e amministrativa – denunciano – per la prima volta dopo 84 anni sono rimaste chiuse».
Secondo i lavoratori, infatti, «Orsomarso e Spirlì, gli attori principali di questo sfacelo se ne guardano bene dal rispondere alle domande e ai quesiti posti da noi lavoratori e dall’opinione pubblica». Vediamo perché. «Orsomarso, dopo aver trascorso l’inverno a promettere ammortizzatori sociali e parcheggi – proseguono i lavoratori – ora va in giro convinto di essere in America con la gigantografia di un assegno da 20 milioni di euro e continua nelle sue imbarazzanti conferenze stampa a sostenere la tesi della “fioritura algale”.
Spirlì gira intorno alle Terme Luigiane tra una passerella e un’altra, facendo molta attenzione a non avvicinarsi troppo perché nel buio e nel silenzio inquietante che regna per le strade delle Terme ancora riecheggiano le sue promesse a noi lavoratori, le sue esortazioni a stare tranquilli perché ci avrebbe pensato lui a risolvere la situazione, i suoi modi umani e compassionevoli con cui rivendicava la dignità di cui siamo stati privati e affermava che «tutti hanno diritto ad avere lo stipo della propria dispensa pieno per poter porgere una brioche al proprio figlio», concludono.
E ancora: «La legge 40/2009 prevede in caso di morosità da parte dei concessionari (in questo caso i Comuni di Guardia Piemontese e Acquappesa) la sospensione/decadenza immediata della concessione stessa. La morosità dei suddetti Comuni è stata certificata persino dalla stessa Regione Calabria. Come ci si può presentare all’elettorato promettendo sviluppo, lavoro e legalità quando hanno combinato, in perfetta sintonia con i due sindaci, un capolavoro di distruzione totale della più importante realtà imprenditoriale, turistica sanitaria e lavorativa della costa tirrenica con la preziosa acqua termale che viene sversata abusivamente in un torrente?», si chiedono i lavoratori.
E le domande sono anche altre: «Come si giustifica un tale accanimento e a chi dà fastidio un’azienda sana e che ha sempre operato nella totale legalità? Ma soprattutto perché, nonostante le norme sul ruolo di controllore della Regione siano molto chiare, il Presidente e l’Assessore si sono categoricamente rifiutati di intervenire dopo che persino lo stesso Spirlì aveva ufficialmente diffidato i due sindaci sulla questione, ricevendo in risposta una documentazione che gli stessi uffici regionali hanno definito “irricevibile”?” I lavoratori, poi, prendono atto: «La magistratura farà il suo corso e chi ha sbagliato pagherà, ma purtroppo nel frattempo noi 250 lavoratori siamo a casa, le decine di migliaia di curandi (500.000 prestazioni sanitarie annue) e di turisti sono altrove e la programmazione della stagione 2022 è completamente bloccata senza che nessuno se ne preoccupi». E poi due stoccate finali. La prima: «Lo stesso Orsomarso, nel suo ruolo di Assessore al lavoro e alle attività produttive, fin dall’inizio di questa vicenda assurda ha incredibilmente sostenuto alla presenza di noi lavoratori che una stagione termale persa non rappresenti una tragedia».
La seconda: «I lavoratori delle Terme Luigiane non dovrebbero essere merce di scambio elettorale come abbiamo l’impressione di essere diventati e non dimenticheremo che voi, attuale classe politica regionale, siete riusciti laddove la pandemia ha fallito (perché neanche il Covid lo scorso anno ha fermato le nostre attività lavorative). Queste sono macchie indelebili che vi accompagneranno durante tutta la vostra vita politica!».
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