Le Terme Luigiane
1 minuto per la letturaGUARDIA PIEMONTESE (COSENZA) – La società S.A.TE.CA., che ha gestito lo stabilimento termale delle Terme Luigiane, dopo la protesta inscenata ieri dai sindaci (LEGGI) ha reso noto che «per decisione dei sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese si è decretata la fine della attività termale».
«Con un inaudito sopruso – si legge in una nota – che sarà certamente perseguito dalle autorità giudiziarie competenti. si è proceduto oggi allo spoglio violento di beni detenuti da S.A.TE.CA. e riconosciuti come indispensabili per svolgere attività di servizio termale, con ciò perpetrando reati in flagranza ed al cospetto delle forze dell’ordine. E ciò senza che le Amministrazioni procedenti, nonostante le esplicite richieste rivolte loro, abbiano potuto esibire un qualsiasi titolo esecutivo, ordinanza, provvedimento, convalida, o qualsiasi atto abilitante il rilascio e lo spoglio violento».
Si acuisce, dunque, lo scontro tra amministrazioni comunali e società, con quest’ultima che ha aggiunto: «Dipendenti e cittadini intervenuti a difesa dei loro diritti e di quelli dell’azienda che da quasi 100 anni assicura il loro lavoro – si fa rilevare – hanno subito una vera e propria carica da parte della polizia municipale. A questo punto, ci si chiede: è così che si tutelano gli interessi di una comunità che ora rimarrà senza servizio e senza lavoro? Potranno i Comuni, quello di Acquappesa come è noto in predissesto, assicurare di che vivere alle oltre 250 famiglie di dipendenti?».
La vicenda, dunque, avrà certamente strascichi giudiziari, con la società che ha concluso: «Il tempo e la giustizia stabiliranno chi in questa vicenda è stato dalla parte della ragione e chi del torto, ma la gestione della cosa pubblica dovrebbe rispondere ad altri canoni e non a pulsioni di odio immotivato. Nel frattempo continuiamo a chiederci infine: la Regione, titolare delle acque, esiste ancora in Calabria».
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