Il liceo Telesio di Cosenza
2 minuti per la letturaCOSENZA – «Noi tutti che viviamo quotidianamente il mondo della scuola siamo per una didattica in presenza, su questo è bene essere chiari, ma ad oggi purtroppo non ci sono le condizioni per una ripartenza in sicurezza e le assicuro che dopo poco si ricadrebbe nel caos che abbiamo vissuto a livello nazionale e locale ad ottobre». E’ quanto afferma il dirigente del Liceo classico “Telesio” di Cosenza, Antonio Iaconianni, che, appresa la notizia dell’aumento dei contagi di covid in Calabria (sabato 23 gennaio erano 402 in un giorno), ha rivolto un «accorato appello al Presidente della Regione Calabria».
«Oggi più che mai – sostiene Iaconianni – occorre senso di responsabilità da parte di tutti e la grave situazione sanitaria impone scelte coraggiose nell’interesse della tutela della salute della comunità all’interno della quale viviamo. Circa la prevenzione di un virus non possono farsi battaglie politiche e non possono inscenarsi scontri ideologici: la tutela della salute pubblica è una priorità, senza questo presupposto non può esserci crescita economica e sociale, non può esserci istruzione, non può esserci formazione. La mia esperienza dice che è già difficile gestire ed organizzare al meglio un’istituzione scolastica senza studenti: ad oggi nella scuola che dirigo abbiamo casi, diretti o indiretti, che impongono quarantene e quant’altro con il rischio di dover bloccare l’attività amministrativa e non solo della scuola».
«Enormi sono, quindi – sottolinea ancora il dirigente del liceo Telesio – le difficoltà nell’organizzazione di una scuola in condizioni simili anche in ordine ad adempimenti ordinari e con alunni in dad, si figuri con gli alunni in presenza. E poi, per una volta, si dia ascolto a chi la scuola la vive ogni giorno: i dirigenti, i docenti, il personale ata, ma soprattutto gli studenti e le loro famiglie. Mi creda, la maggior parte, vivono questo momento con senso di responsabilità ed esprimono tutta la loro contrarietà ad un rientro in presenza. Siamo tutti concordi che, con una seria e severa gestione di una scuola, l’elevato rischio della trasmissione del virus sia fuori dagli edifici scolastici (mobilità, ecc.), ma mi chiedo e chiedo a lei, quale qualità / tipologia di didattica avremo con classi al 50% ovvero a 75% ? Ed inoltre, quale qualità nell’azione didattica avremo se saremo costretti a registrare (come del resto è stato ad ottobre) quarantene di intere classi, o di singoli o gruppi di studenti, docenti, ata, senza poi tener conto dei pericoli e della mortalità che non accenna a diminuire e con un vaccino che ad oggi è stato somministrato nel nostro Paese a poche persone (tra prima e seconda dose). Su 60milioni di italiani vedo il cammino un pò in salita…».
«Credo, quindi – aggiunge Iaconianni – che sia più prudente e (paradossalmente) più produttivo continuare in DaD e organizzarci in piani di recupero “verticale” tali da colmare, in ordine ad un rientro in sicurezza, il gap registrato dalla primaria alle superiori dal 2019/20 e 20/21».
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