Il carcere di Paola
2 minuti per la letturaDue suicidi in carcere a Paola in poche ore, l’accorata denuncia e il duro monito dei sindacati di categoria, Sappe e Uilpa
Due suicidi in poche ore nel carcere di Paola, tra i detenuti e il personale. Lo denunciano i sindacati del settore, Uilpa PP e Sappe.
«Ieri sera (martedì 7 gennaio 2025) un detenuto di circa 40 anni, questa mattina un impiegato delle funzioni centrali di 48 anni si sono tolti la vita impiccandosi, il primo nella sua cella, il secondo nella palestra della struttura penitenziaria di Paola», denuncia, attraverso una nota, Gennarino De Fazio, segretario Generale della Uilpa Polizia penitenziaria.
«L’operatore che si è tolto la vita pare che avesse anche problemi personali – prosegue De Fazio – e certo non è facile indagare le molteplici cause sicuramente concorrenti che inducono a un gesto così estremo, ma di certo fra quelle cause il carcere con i suoi drammi umani, la violenza ricorrente e le sue innumerevoli disfunzionalità favorisce in talune circostanze un processo di disumanizzazione e, forse, persino di assuefazione tanto da rischiare di allentare nell’individuo l’esatta portata e drammaticità di alcune azioni».
«Urgono interventi decisi e concreti dell’esecutivo e del Parlamento. Va deflazionata la densità detentiva, necessita potenziare tangibilmente gli organici del personale, va assicurata l’assistenza sanitaria e devono essere avviate riforme complessive per riorganizzare l’intero apparato d’esecuzione penale», conclude De Fazio.
A Fazio fa eco un turbato e affranto Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. «Ieri sera (martedì 7 gennaio) si è impiccato un detenuto del Reparto isolamento, oggi (mercoledì 8 gennaio) si è tolto la vita un impiegato nella Caserma». «Due tragedie immani, perché tali sono, che devono fare seriamente riflettere sulla condizione in cui vivono i detenuti e su quella in cui è costretto ad operare il personale tutto del carcere, amministrativo e di Polizia Penitenziaria», commenta ancora Donato Capece.
«Questi drammatici eventi, oltre a costituire una sconfitta per lo Stato, segnano profondamente i nostri Agenti che devono intervenire – prosegue Capece – Si tratta spesso di agenti giovani, lasciati da soli nelle sezioni detentive, per la mancanza di personale. Il suicidio rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Servirebbero anche più psicologi e psichiatri, vista l’alta presenza di malati con disagio psichiatrico. Spesso, anche i detenuti, nel corso della detenzione, ricevono notizie che riguardano situazioni personali che possono indurli a gesti estremi». “Moralmente devastante”, commenta ancora Capece, il suicidio dell’assistente amministrativo. Su entrambe le morti, sono in corso accertamenti ed approfondimenti per comprendere le ragioni degli insani gesti.
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