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La sede dell'Asp di Cosenza

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Asp di Cosenza. Il caso di tre decreti ingiuntivi e una sentenza del Tar per fatture cedute a Banca Ifis e poi liquidate parzialmente.

COSENZA – Decreti ingiuntivi pagati solo in parte nonostante le sentenze del Tar, altro debito, altre fatture cedute ad una banca puntualmente lievitate fino a sfiorare i 7,4 milioni di euro di interessi maturati da Banca Ifis in attesa dell’Asp di Cosenza. È il caso di tre decreti ingiuntivi, uno dei quali relativo a fatture di Telecom Italia accumulate nel tempo, cedute a Banca Ifis e puntualmente lasciate a maturare interessi fuori misura.
Circa 7,4 milioni di euro che adesso dovranno essere sottoposti a verifica prima di procedere alla liquidazione.
In altre parole, fino ad oggi non sono stati effettuati i controlli necessari, anche e soprattutto per un clamoroso ritardo della stessa banca, che ha comunicato gli interessi soltanto l’undici dicembre del 2024.
La vicenda non è di oggi. Una sentenza del Tar aveva già nominato un commissario liquidatore per recuperare le cifre. Solo a quel punto sono scattate le interlocuzioni con Banca Ifis. In tutti i procedimenti giudiziari precedenti l’Asp non si era mai opposta, facendo automaticamente maturare gli interessi sui mancati pagamenti. Una prassi consolidata, più volte denunciata, che non riguarda soltanto questo singolo caso.
Dalla ricognizione l’Asp ha liquidato (con decreto del commissario ad acta nominato dalla Prefettura) 867mila 425,69 euro, la cifra compone le somme residue non liquidate, le spese legali e generali. Tre decreti con cifre irrisorie per un’Asp (7.500 euro, 6.500 euro e 3mila euro) trasformate in un fardello milionario al momento liquidato soltanto in parte.
L’ennesima prova di come i sistemi bancari e le cessioni dei crediti hanno letteralmente impoverito il sistema, generato ulteriore contenzioso e debito.

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