I carabinieri sul luogo della tragedia
3 minuti per la letturaLORICA (CS) – Eccesso di zelo. Forse è questa la causa della morte del responsabile degli impianti di risalita di Lorica nel comune di Casali del Manco, Alessandro Marcelli, 60 anni. L’uomo, domenica mattina prima dell’apertura degli impianti, si trovava a valle per effettuare delle verifiche alla cabinovia: lo insospettiva un rumore.
Di certo nulla che poteva mettere in pericolo il buon funzionamento dell’impianto, ma non tanto da essere sottovalutato dalla sua attenzione, perché Marcelli non lasciava niente al caso. Era un uomo scrupoloso e vigile ad ogni aspetto del suo lavoro. Quella mattina l’ingegnere arriva agli impianti di buonora e prima dell’apertura, come sempre, compie il suo giro di perlustrazione, parla con i colleghi e coordina le attività. Pare che ci fosse un’anomalia su un rullo e allora Marcelli si avvicina all’impianto per controllare personalmente e verificarne il corretto funzionamento.
Non un’attività lavorativa programmata ma comunque non rinviabile per un dirigente accorto e coscienzioso. Siamo nella stazione di valle, dopo l’area di discesa degli sciatori, dove gli abitacoli ritornano indietro. Qui la cabina nell’effettuare la curva acquista maggiore velocità. Ed è in questo tratto che l’ingegnere effettua il controllo; probabilmente attento a cogliere quel rumore sospetto non percepisce invece l’arrivo della cabina che lo colpisce alle spalle.
Un collega è lì sul posto e cerca di intervenire e di tirare via Marcelli dalla traiettoria, ma non riesce a salvarlo. Tutto avviene in pochi secondi, apparentemente facili in un racconto da leggere, ma così difficili da immaginare mentre tutto accade. Una spinta violenta e rovinosa, l’impatto del capo contro la piattaforma di cemento. Poi una seconda cabina urta il corpo dell’ingegnere ormai a terra. Arrivano i soccorsi e qualcuno aziona il blocco della funivia. Questa è la verosimile ricostruzione dei fatti, ma solo le indagini condotte dai carabinieri e coordinate dal pm Bianca Maria Battini, con il supporto delle immagini di videosorveglianza, potranno restituire la verità. Con ogni probabilità sarà disposta l’autopsia.
Marcelli, ingegnere civile laureatosi all’Università della Calabria, era stato assunto nel 1993 a Ferrovie della Calabria, arrivando in breve tempo a ritagliarsi un ruolo di primo piano. Nel 2019 direttore infrastrutture, patrimonio e sviluppo e contestualmente direttore d’esercizio degli impianti di risalita di Camigliatello e Lorica. «Tutto quello che è stato scritto è reale, non sono parole di circostanza. Era un grande professionista, attento, serio, puntuale e sempre cordiale con tutti». Sono le parole di Pino Rota collega e sindacalista Cgil. «Aveva un rapporto amicale con i lavoratori e i subalterni, era un professionista autorevole – ha poi aggiunto il collega – ma mai autoritario. Ha sempre cercato il dialogo e il confronto. Sul lavoro dava tutto».
La morte dell’ingegnere Alessandro Marcelli ha colpito nel profondo non solo colleghi e conoscenti, ma l’intera comunità che attende di sapere cosa sia accaduto realmente. Intanto, Ferrovie della Calabria si è resa disponibile ad allestire la camera ardente nella sede cosentina dell’azienda pubblica di trasporto, in contrada Vaglio Lise, nei locali adiacenti la stazione.
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