2 minuti per la lettura
COSENZA – I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza di Cosenza hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Cosenza, nei confronti di 7 persone (4 in stato di detenzione domiciliare e 3 soggette all’obbligo di dimora) a vario titolo indagate per i reati di usura, esercizio abusivo del credito e spaccio di sostanze stupefacenti o psicotrope.
Contestualmente, i militari hanno dato esecuzione al sequestro preventivo di beni, nella disponibilità degli indagati, per un valore complessivo di oltre 38.000 euro, ritenuto profitto del reato di usura.
Le persone coinvolte, tutte residenti a Cosenza e nell’hinterland, avrebbero approfittato della crisi finanziaria legata al Covid-19 per prestare denaro anche con l’applicazione di tassi di tipo usuraio, con interessi che
arrivavano al 120% annuo.
Le indagini, durate oltre due anni, coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza, sono state condotte dalle Fiamme Gialle del Gruppo Cosenza, mediante intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione e pedinamento, nonché attraverso numerose escussioni testimoniali, hanno permesso di ricostruire diversi prestiti di denaro, approfittando del difficile contesto emergenziale, connotato da maggiore domanda di liquidità.
Il gruppo, con le quattro persone ai domiciliari già note alle forze dell’ordine, era composto da persone in grado di concedere senza difficoltà prestiti a chiunque ne avesse fatto richiesta e hanno offerto un canale parallelo di ricorso al credito al quale cittadini e imprese in forte crisi di liquidità potevano accedere senza particolari garanzie di rientro ed al di fuori dei canali legali di accesso a linee di finanziamento.
Dopo l’erogazione del prestito, gli indagati si adoperavano, anche con minacce ed intimidazioni, per il recupero della somma prestata, chiamata “mascherina, scommessa, paghetta, spesa, acqua, pane”, restituita dalle vittime mediante ricariche di carte prepagate, assegni in bianco e naturalmente denaro contante, in tranche settimanali o mensili, anche di modesto importo.
L’attività investigativa ha portato alla luce un’intensa circolazione di denaro esercitata con capacità organizzativa e disponibilità finanziarie da parte degli indagati, i quali hanno approfittato dello stato di bisogno delle vittime,
instaurando con questi rapporti continuativi e durevoli, al fine di imporre condizioni sempre più onerose.
Nel corso delle indagini, inoltre, le Fiamme Gialle hanno ricostruito anche una fitta rete di spaccio di sostanze stupefacenti, del tipo hashish, marijuana e cocaina, organizzata con modalità strutturate e, anche in questo caso, rivolta ad un cospicuo numero di consumatori.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA