L'ingresso della Questura di Cosenza
1 minuto per la letturaCOSENZA – La polizia era sulle sue tracce e presto sarebbe arrivata a lui, ma il ventitreenne Davis Turboli ha preferito andare incontro al proprio destino giudiziario che, per il momento, lo trattiene dietro le sbarre.
È lui l’ancora presunto autore del ferimento di Egidio Imbrogno, 32 anni, consumato a colpi di pistola la notte scorsa nei pressi dell’Arenella, e poche ore dopo il fattaccio Turboli si è consegnato agli agenti della Squadra Mobile.
Davanti al giudice, il ragazzo si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma con buona probabilità a coinvolgerlo nella vicenda, in termini di responsabilità, è stato proprio il ferito dal suo letto d’ospedale.
Sono quattro i colpi di pistola esplosi contro Imbrogno, uno dei quali ha rischiato di trapassare organi vitali. Morale della favola: è vivo per miracolo. E mentre lui e i suoi familiari possono tirare un sospiro di sollievo, i detective guidati da Angelo Paduano continuano a lavorare per far luce sui punti ancora oscuri della vicenda. Le accuse provvisorie mosse contro Turboli sono di tentato omicidio ed estorsione, segno che dietro a questa storia gli inquirenti rivedono una controversia tra i due protagonisti prima irrisolta e poi degenerata.
Forse un debito, legittimo o no, che Imbrogno non aveva potuto o voluto onorare, ma al momento i contorni dell’affaire sono ammantati di silenzio investigativo. Di certo c’è che Turboli non è nuovo a maneggiare armi.
Nel 2018, appena ventenne, era stato fermato dai carabinieri, durante un controllo, e trovato in possesso di una pistola calibro 9. Quella che ha rischiato di colpire mortalmente Imbrogno, invece, era una 7,65. La stessa vittima ha dei precedenti penali per rapine nei supermercati, ma risalenti allo scorso decennio, dunque piuttosto datati. Nelle prossime ore comunque ne sapremo di più. L’inchiesta prosegue sotto il coordinamento del procuratore Mario Spagnuolo.
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