Mario Oliverio e Mario Occhiuto
3 minuti per la letturaCATANZARO – Nuovo avviso di garanzia per l’ex consigliere regionale Nicola Adamo e per il governatore Mario Oliverio, ma stavolta per loro l’accusa è di associazione a delinquere. La Procura di Catanzaro, infatti, li ritiene a capo di una presunta cupola formata da politici, tecnici e imprenditori che determina tutto ciò che c’è da determinare nel settore degli appalti pubblici, con Adamo che è sospettato anche di aver piazzato uomini a lui fedeli nei settori chiave dell’amministrazione.
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Nel mirino degli inquirenti, nell’ambito dell’operazione Passepartout, ci sono due grandi opere pubbliche in via di definizione: la metroleggera di Cosenza-Rende e il nuovo ospedale da costruire sempre nella città dei bruzi. In entrambi i casi, il sospetto è che la gestione di questi due affari abbia dato luogo a una serie di turbative d’asta, frodi nelle pubbliche forniture ed episodi di corruzione. Proprio quest’ultima è l’accusa mossa al sindaco cosentino Mario Occhiuto, oggi candidato in pectore alla Regione.
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Inizialmente contrario al progetto Metro, Occhiuto avrebbe barattato il proprio assenso con la promessa di finanziamenti per il Museo di Alarico già oggetto, rilevano gli investigatori, “di una gara d’appalto illegittima”.
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Nell’avviso di conclusione delle indagini è scritto che il governatore Mario Oliverio e Nicola Adamo sono promotori di un’associazione per delinquere finalizzata a «commettere una serie di delitti contro la Pa».
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Oliverio è ritenuto «il referente politico istituzionale degli associati, nonché degli amministratori pubblici e degli imprenditori in ordine agli sviluppi delle procedure di gara pubbliche bandite dalla Regione e di interesse dell’associazione, nonché alle vicende politiche ed istituzionali correlate alle stesse».
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Nell’inchiesta, il primo cittadino di Cosenza è anche parte offesa. Un capitolo, infatti, è riservato agli eventi del 6 febbraio 2016, quando il suo primo mandato da sindaco si concluse in anticipo per via delle dimissioni anticipate di numerosi consiglieri comunali.
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Tra questi anche Luca Morrone, figlio del consigliere regionale Ennio Morrone, al quale in cambio la coppia Adamo-Oliverio avrebbe promesso un posto da vicesindaco nella giunta post Occhiuto o, in alternativa, un incarico in Regione.
Luca Morrone è indagato per traffico di influenze illecite al pari di Luigi Incarnato, anche lui consigliere regionale, che avrebbe esercitato la propria influenza su altri consiglieri “congiurati”. Gli avvisi di garanzia notificati ieri sono in tutto venti.
I destinatari dell’avviso di garanzia sono:
- Mario Oliverio, 66 anni, presidente della Regione Calabria;
- Nicola Adamo, 62 anni, ex consigliere regionale;
- Luigi Incarnato, 64 anni, commissario della Sorical, la società di gestione delle risorse idriche regionali;
- Mario Occhiuto, 55 anni, sindaco di Cosenza;
- Luca Morrone, 41 anni;
- Luigi Giuseppe Zinno, 65 anni;
- Giuseppe Lo Feudo, 64 anni;
- Pietro Ventura, 53 anni,
- Rocco Borgia, di 75 anni;
- Antonio Capristo di 60 anni;
- Giuseppe Trifirò, 58 anni;
- Tito Nulli Berti di 63 anni;
- Santo Marazzita di 56;
- Pasquale Gidaro di 52;
- Arturo Veltri, di 37 anni;
- Giulio Marchi di 69 anni;
- Armando Latini 65 anni;
- Giovanni Forciniti di 55;
- Fortunato Varone di 42;
- Eugenia Montilla, di 56 anni.
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