Il procuratore Nicola Gratteri
3 minuti per la letturaRENDE (COSENZA) – «I calabresi non sono omertosi, sono delusi, stanchi del potere, sfibrati da mille maneggi». Il procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri ha descritto in questo modo la condizione vissuta dai calabresi, nel corso di una lezione tenta nelll’ambito del Master in Intelligence dell’Università della Calabria. Un ragionamento aperto a trecentosessanta gradi, con lo stesso procuratore che ha anche sostenuto che «il fenomeno della ‘ndrangheta è stato sottovalutato. Bisogna conoscere la storia per capire come mai da noi i ladri di polli sono diventati la mafia più ricca del mondo e altrove sono rimasti ladri di polli».
In questa evoluzione della ‘ndrangheta, Gratteri ha anche lanciato un allarme emerso da alcune indagini: l’esistenza di una organizzazione terroristica sovranazionale che interagisce direttamente con le mafie.
LA ‘NDRANGHETA NELL’ULTIMA ANALISI DELLA DIA
Temi molto concreti, dunque, considerato che il procuratore ha anche affrontato il tema dell’area grigia evidenziando che «il riciclaggio più che dai grandi istituti di credito viene compiuto spesso dalle banche locali i cui vertici sono più condizionabili. I capi delle mafie non sono in grado di fare operazioni raffinate di riciclaggio e quindi si servono di professionisti e di finanziarie, quasi sempre del Nord e principalmente lombarde».
Gratteri ha poi ricordato che «le mafie sono state storicamente legittimate dalle classi dirigenti, come dimostra il primo scioglimento di un consiglio comunale per mafia avvenuto a Reggio Calabria nel 1869». Quindi ha rilevato che «abbiamo sciolto tanti comuni per mafia e ne scioglieremo ancora di più. Il voto inquinato non si risolve con la decadenza dei consigli comunali ma assegnando più poteri ai commissari».
Il procuratore di Catanzaro ha poi evidenziato che la mafia emergente è quella albanese, dura e feroce e alleata quasi dovunque con la ‘ndrangheta. Ma le collaborazioni sono costanti anche con altre consorterie criminali come dimostra la gestione della cocaina di strada che viene organizzata su indicazione della ‘Ndrangheta dalla mafia nigeriana o dalla criminalità del posto. Il magistrato ha poi approfondito la dimensione globale delle mafie, facendo un riferimento specifico alla Colombia.
«In Colombia – ha sostenuto – ci sono grandi professionalità nel contrasto al narcotraffico, affiancate dagli operatori della Dea statunitense. Spesso collaboriamo meglio con la locale magistratura e polizia che con gli omologhi europei. Mi sono dichiarato contrario all’accordo con i terroristi delle Farc che ha provocato 260 mila morti e che è stato poi bocciato dalla popolazione».
Il procuratore di Catanzaro ha ribadito come la mafia non sta più ad aspettare sul cantiere ma condiziona prima le scelte politiche delle opere pubbliche sul territorio. Infine ha individuato nell’educazione una chiave di volta decisiva: «Il livello dell’istruzione in scuole e università oggi è spesso scadente per cui occorre investire nella serietà degli studi con orari a tempo pieno, non finalizzando i finanziamenti al numero e ai tempi dei promossi e remunerando meglio gli insegnanti. Amo la mia terra – ha concluso – e amo il mio lavoro ma sono indignato perché ho sessanta anni e solo ora comincio a vedere qualche cambiamento, una rivoluzione mentale che coinvolge una giovane generazione di servitori dello Stato che potrebbe invertire radicalmente la tendenza in Calabria e in Italia. Non è semplice, ma è l’unica strada».
Spiegando l’esistenza dell’organizzazione terroristica sovranazionale che interagisce direttamente con le mafie, Gratteri, evidenzia una nota, «ha citato l’esempio di un trafficante di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia, che non aveva pagato una partita di droga ai cartelli colombiani e che è stato intercettato dai terroristi spagnoli dell’Eta». Tali interazioni, a giudizio del magistrato, possono trovare un’ipotesi di convergenza sopratutto nell’ambito dei porti che è difficile controllare anche per le loro estensioni, come quello di Santos che ha 35 chilometri di banchine oppure quello di Amsterdam che si sviluppa per 17.
«Appunto per questo – ha sostenuto Gratteri – l’attività di intelligence diventa decisiva. Un fenomeno a cui prestare particolare attenzione è verificare se le mafie riescano a condizionare direttamente o indirettamente alcuni media di élite che sistematicamente cercano di delegittimare le attività dei servitori dello Stato».
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