Una pattuglia della guardia di finanza
2 minuti per la letturaROSSANO (COSENZA) – Una società di capitali con sede a Rossano, che opera nel settore edile, ha sottratto al fisco circa 7,5 milioni di euro di materia imponibile. A scoprirlo i militari della compagnia della Guardia di Finanza di Rossano che hanno concluso un’attività di verifica fiscale.
I riscontri effettuati hanno permesso di appurare, in primis, che gli amministratori di diritto della società che si sono succeduti nel tempo erano dei meri prestanome, in quanto completamente all’oscuro della gestione della società. Gli amministratori di fatto e di diritto della società sono stati denunciati dalla Guardia di finanza.
La società, infatti, è risultata essere gestita da un gruppo familiare che controlla tuttora ulteriori persone giuridiche, tutte già sottoposte a verifica e parte del sistema fraudolento, operanti nel settore edile e nella produzione e commercializzazione del calcestruzzo.
Successivamente, attraverso l’analisi della documentazione contabile e bancaria acquisita nel corso dell’attività, è stato scoperto un collaudato sistema di frode messo in atto degli amministratori di fatto della società, che emettevano fatture per operazioni inesistenti relative alla cessione di mezzi, macchinari e impianti di produzione a società del gruppo effettivamente mai entrati nella disponibilità della società o dismessi in annualità passate.
Inoltre registravano nella propria contabilità fatture relative ad acquisti di materiale edile mai effettuati, destinato a non meglio individuati cantieri di lavoro. Infine gli amministratori compensavano i propri debiti con l’amministrazione finanziaria con crediti risultati fittizi, al fine di aggiustare i bilanci annuali e sottrarre materia imponibile all’erario. Tutte le operazioni commerciali sono risultate pagate attraverso ingegnosi artifici contabili finalizzati a impedire l’effettiva tracciabilità dei pagamenti.
Complessivamente, per gli anni dal 2010 al 2018, è stata constatata l’emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti per complessivi 7 milioni di euro, con un’Ires evasa per oltre 2 milioni di euro, un’Iva evasa per circa 2 milioni di euro e crediti fittizi indebitamente compensati per circa 700.000 euro.
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