Verifiche della guardia di finanza
2 minuti per la letturaPAOLA (COSENZA) – Ammonta ad oltre 220 mila euro lo stato passivo generato da operazioni illecite messe in piedi da tre soggetti che hanno determinato il fallimento di una società con sede nella provincia di Cosenza ed attiva nei settori “alberghiero, supermercati, commercio di carni ed altro”.
Due le persone denunciate per aver simulato false assunzioni, falsificato bilanci per frodare una finanziaria e far fallire la società. Le indagini sono state condotte dalla guardia di finanza di Paola ed hanno consentito di accertare un complesso sistema ideato ed attuato dall’amministratore di fatto della società (deceduto), in concorso con l’amministratore e legale rappresentante, a danno di una società finanziaria che aveva erogato ingenti prestiti a fronte di ”fittizi” contratti stipulati da cinque “falsi” dipendenti della società fallita, rispetto alle cui obbligazioni quest’ultima aveva assunto il ruolo di “garante” nei confronti della creditrice.
Le indagini, spiegano gli inquirenti, sono state particolarmente difficoltose sia perchè hanno dovuto coprire un lungo periodo, che parte dal 2007, che per la mancata esibizione dei libri e delle scritture contabili prescritti per legge.
Gli indagati, al fine di far risultare agli “occhi” della finanziaria che doveva erogare i prestiti una “ottima” situazione patrimoniale e reddituale della loro società e poter assumere così il citato ruolo di falso ”garante” per poi non onorare le obbligazioni assunte, avevano redatto un “falso” bilancio di esercizio, inserendo un importo non veritiero di oltre 3,3 milioni.
A fronte di “falsi” contratti di lavoro, riferiti a nominativi realmente esistenti (parenti di uno degli indagati), ma contenenti dati non “reali” (qualifica, retribuzione e data di assunzione), venivano inoltre predisposte ed utilizzate anche buste paga fittizie. Infine, poiché i finanziamenti dovevano essere elargiti con cessione del quinto dello stipendio dei dipendenti, per ciascun falso contratto venivano redatti e sottoscritti falsi “atti di benestare”, per far risultare le previste trattenute che avrebbe effettuato la società-datore di lavoro-garante.
Questi meccanismi, vista la totale inadempienza nella restituzione dei finanziamenti, hanno provocato il fallimento della società, sentenziato dal tribunale di Paola su istanza del creditore.
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