Il viadotto Cannavino sulla Statale 107 che collega Paola e Crotone
2 minuti per la letturaLe carte al vaglio dei magistrati: resta da stabilire se la deformazione del ponte sulla Statale 107 sia frutto di utilizzo di materiale depotenziato
COSENZA – Il crollo del ponte di Genova e la conseguente tragedia (38 morti accertati e decine di dispersi) oltre ad aver accelerato tutta una serie di interventi dell’Anas su altri viadotti mostranti criticità strutturali, potrebbe aver dato un impulso pure all’inchiesta avviata sul ponte Cannavino di Celico. Il viadotto, si ricorda, si trova sulla statale 107, Paola-Crotone e da qualche anno presente un sensibile avvallamento proprio al centro di una campata. Una deformazione che ha messo tutti in apprensione, nonostante i costanti monitoraggi e cui è sottoposta l’opera per via dell’evidente difetto, e le rassicurazioni fornite dall’Anas sulla stabilità della struttura. La procura della Repubblica di Cosenza, l’anno scorso, ha fatto partire l’inchiesta, che dopo una fase intermedia e di verifiche generiche, adesso, pare possa approdare ad un secondo step. Le indagini sulle condizioni critiche del ponte Cannavino sono coordinate dai pm Antonello Tridico e Donatella Donato, con la supervisione del procuratore capo, Mario Spagnuolo. Per gli accertamenti sul caso è stata delegata la polizia stradale. Fonti qualificate riferiscono che sul tavolo dei magistrati inquirenti vi siano “molte carte che verranno approfondite”. Si indaga per capire se vi siano responsabilità, su quanto verificatosi e se la deformazione sia frutto di utilizzo di materiale depotenziato. Non si escludono, dunque, sviluppi che potrebbero arrivare anche prima della ristrutturazione del viadotto annunciata dall’Anas.
Il viadotto Cannavino è stato realizzato oltre 50 anni fa, con un sistema a conci in calcestruzzo armato precompresso. Le estremità degli sbalzi, formati a partire dalla testa della coppia di pile consecutive, sono state collegate con una “trave tampone”. Questa soluzione strutturale, oggi, non viene più adottata, proprio in funzione del summenzionato difetto, riscontrato su svariati ponti dello stesso tipo. L’Anas ha fatto sapere che per il viadotto di Celico è già stato stanziato un finanziamento con lavori pronti a partire. Anzi, sarebbero già dovuti partire. E proprio per il ritardo dell’inizio dei lavori l’ente nazionale delle strade, nei mesi scorsi ha provveduto a sostituire la ditta inizialmente incaricata. “A causa delle ripetute inadempienze dell’impresa e del ritardo accumulato dalla stessa nell’esecuzione a proprio carico dei lavori di ripristino della pavimentazione sul viadotto Cannavino – ha comunicato l’Anas un mese fa – così come previsto dalla norma, ha attivato la procedura di rescissione in danno a seguito del recente illegittimo fermo prodotto dall’impresa in cantiere. Al fine di dare una soluzione immediata e concreta a tale criticità – proseguiva la nota – Anas ha individuato secondo legge, modalità sostitutive per l’esecuzione in danno dei lavori previsti, ormai urgenti, ricorrendo a ditte terze individuate con il criterio dell’immediata disponibilità operativa e dell’accertata capacità tecnica”.
Speriamo, al di là degli eventuali aspetti giudiziari, che nel più breve tempo possibile il ponte venga messo in stato di massima sicurezza nell’interesse di tutti gli utenti.
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