Controlli dei carabinieri
2 minuti per la letturaCOLPO al “clan Casamonica”. E’ di 31 arresti e sei persone al momento ricercate il bilancio di una maxi operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Roma. I militari stanno eseguendo tra la Capitale e le provincie di Reggio Calabria e Cosenza 37 misure cautelari in carcere, emesse dal gip di Roma su richiesta della locale Dda.
Sono ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico di droga, estorsione, usura, commessi con l’aggravante del metodo mafioso.
Secondo quanto ricostruito, sarebbe stato sgominato un gruppo «strutturato» e fortemente unito anche per il vincolo di sangue tra gli affiliati, capace di stabilire solidi legami con le famiglie più influenti della ‘ndrangheta calabrese. E’ stato descritto così dagli inquirenti il “clan Casamonica”, sgominato con 31 arresti, durante una conferenza stampa a Roma.
Il gruppo aveva una “roccaforte” nella zona di Porta Furba, a in zona Appia a Roma, e ramificazioni nelle periferie difficili del Tuscolano come Romanina e Tor Vergata e poi nel litorale di Ostia. Un’organizzazione di “difficile penetrazione” per gli inquirenti anche per la lingua che utilizza, un dialetto sinti che non molti sono in grado di interpretare.
Le manette sono scattate anche per un calabrese di San Luca affiliato alla nota famiglia mafiosa degli Strangio, operante nella locride che rappresentava uno dei canali di rifornimento della cocaina per il clan. La droga veniva poi rivenduta nelle piazze di spaccio di cui i Casamonica avevano il controllo in particolare alla periferia sud est della città.
Dalle prime luce dell’alba, circa 250 carabinieri del Comando provinciale di Roma, con l’ausilio di unità cinofile, un elicottero dell’Arma e del personale dell’8° Reggimento Lazio, sono stati impegnati anche in Calabria per eseguire le 37 misure cautelari in carcere.
Per gli inquirenti il ruolo apicale di promotore è ricoperto da Giuseppe Casamonica, recentemente uscito dal carcere dopo circa 10 anni di detenzione. Gli arrestati sono anche ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di aver costituito un’organizzazione dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, usura, concessione illecita di finanziamenti ed altro, tutti commessi con l’aggravante del metodo mafioso. Al momento i provvedimenti eseguiti sono 31 e altri 6 soggetti ricercati.
A fornire elementi utili alle indagini sonoi stati due collaboratori di giustizia, tra cui una donna interna alla famiglia Casamonica. Il primo “pentito” del clan è la ex compagna di Massimiliano Casamonica, fratello di Giuseppe, ritenuto il capo dell’ associazione. La donna non sarebbe stata mai bene accetta e avrebbe subito comportamenti che abitualmente il gruppo riservava agli estranei. Fuggita di casa dopo che di fatto sarebbe stata tenuta in stato di segregazione dalle altre donne della famiglia, ad accudire i figli, ha deciso di collaborare. Ora la donna, che ha meno di 40 anni, gode di un programma di protezione.
L’altro collaboratore è un uomo, un calabrese residente da anni a Roma, che per il gruppo avrebbe curato interessi legati al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
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