Il sequestro di un depuratore
1 minuto per la letturaCOSENZA – La domanda sulla questione depurazione resta sempre la stessa: esiste un cronoprogramma chiaro relativo allo stanziamento di 260 milioni di euro annunciato quest’anno? Quello che sappiamo è fermo ad una conferenza stampa datata febbraio 2018 con una serie di dati per nulla confortanti sciorinati dall’assessore all’Ambiente Rizzo: «Il 90% degli interventi saranno appaltati prima della fine del 2019 e il restante 10%, riguardanti le opere più complesse, nel primo semestre 2020.
La fine lavori e il collaudo delle opere è stabilito per la maggior parte tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021, mentre gli interventi più complessi saranno collaudati entro la fine del 2022», ma del risultato della task force sul territorio annunciata dalla Regione per fare il punto sullo stato degli impianti ancora nessuna traccia.
Sull’edizione cartacea di oggi del Quotidiano, sono state ricostruite tutte le situazioni più esposte.
Tutto questo mentre poche settimane fa il dossier depurazione calabrese è finito nuovamente in Commissione Europea che ha dato due segnali importanti: il primo è che molto probabilmente l’Italia sarà nuovamente sanzionata (per la terza volta) per non aver rispettato le direttive europee sull’adeguamento fognario e depurativi, il secondo invece riguarda proprio la Calabria.
Alla nostra regione è chiesto di presentare un piano di interventi strutturato e un cronoprogramma preciso che indichi costi e tempi di realizzazione per singolo agglomerato. Ma intanto la situazione resta quella degli anni passati, con una stagione estiva alle porte e i soliti, vecchi problemi.
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