La sede dell'Unical
1 minuto per la letturaRENDE – La barbarie passa dalla totale inciviltà e dalla volontà di distruggere in modo ingiustificato dei luoghi pubblici, come le università. Nella notte tra il tre e il quattro aprile questo spirito di di devastazione è tornato a far visita anche all’università della Calabria, spargendo caos e distruzione tra gli uffici docenti del Dipartimento di scienze politiche e sociali (Dispes) e del Dipartimento di economia e finanza (Def), entrambi situati nei primi cubi del ponte Pietro Bucci.
Entrando nei piani dei due cubi si ha la sensazione che sia passato un tornado. Le porte degli uffici docenti sono state sfondate a suon di estintori e gli artefici del disastro si sono introdotti, probabilmente a carponi, negli uffici per spargere un po’ di caos anche li. Ancora sconosciuti gli artefici del fatto e le loro intenzioni, anche se poco probabile appare la pista del furto, nulla infatti sembrerebbe mancare, eccetto dei computer, ritrovati però anche se danneggiati, e qualche mouse o altri piccoli oggetti di scarso valore spariti sul serio. Questa follia distruttiva aveva già interessato l’ateneo , “sfogandosi” il 26 marzo tra i capannoni del polifunzionale, la parte più vecchia dell’ateneo, colpendo nello specifico il dipartimento di farmacia.
Questi eventi si collocano perfettamente nel dibattito “più sicurezza o meno sicurezza” che sta dividendo l’opinione pubblica degli studenti. Da un lato abbiamo chi propone maggiori misure di sorveglianza e più personale per “prevenire” atti del genere, dall’altro lato chi propone come soluzione la rivitalizzazione degli spazi universitari, che così verrebbero sottratti all’abbandono e all’azione distruttiva di alcuni. Nulla è ancora certo insomma, ma si vocifera sul messaggio di questi gesti, visti come possibili messaggi volti all’indirizzo dell’ateneo e al suo sistema di sorveglianza.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA