X
<
>

Pattuglie della polizia a Rossano

Share
1 minuto per la lettura

ROSSANO (COSENZA) – Non ha risposto alle domande del pm della Procura di Castrovillari, Cesare Vitale, l’ingegnere trentacinquenne che ieri, per futili motivi, ha ucciso a fucilate, due colpi alla testa, il padre nella loro abitazione nel centro storico di Rossano.

Le indagini sull’omicidio, coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, sono condotte dagli uomini del Commissariato di Ps di Rossano. Davanti ai poliziotti, giunti dopo la segnalazione di una vicina preoccupata per il trambusto, Cesare Vitale non ha opposto alcuna resistenza.

Apparso sotto shock e in stato confusionale, l’uomo, che è difeso dall’avvocato Francesco Nicoletti, è stato interrogato fino a notte fonda dal pm di turno della Procura di Castrovillari ma si è chiuso in un ostinato mutismo.

In casa, al momento dell’omicidio, oltre a padre e figlio c’erano la madre del trentacinquenne, il fratello e la nonna. Sentiti anche i parenti e i vicini.

Da quanto si è appreso nella famiglia Vitale, la vittima era impiegato nel Tribunale di Castrovillari e non c’erano mai stati litigi o particolari dissapori. All’omicida, appassionato cacciatore, proprio recentemente era stato rinnovato il porto d’armi.

Al momento il magistrato, dopo l’ispezione cadaverica compiuta ieri dal medico legale, non ha disposto l’effettuazione dell’autopsia. Sequestrate, invece, l’abitazione dove è avvenuto il fatto e un appartamentino dello stesso stabile dove l’omicida viveva da solo.

C’è sgomento e incredulità tra gli abitanti del quartiere, dove la famiglia dell’omicida e della vittima è molto conosciuta e apprezzata, «assolutamente normale» dicono tutti in coro, e non aveva mai fatto parlare di sé.

 

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE