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Il tribunale di Paola

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COSENZA – Dall’occhio di riguardo sui lavori al depuratore di Fuscaldo a quello sulla raccolta dei rifiuti, dalla richiesta dei sanitari da consegnare alla mamma al computer «sottratto» al comune da destinare alla figlia. Dopo i sospetti su tre opere pubbliche a Cosenza spuntano nuovi retroscena sulla figura del funzionario che presta servizio nel comune bruzio e in quello di Fuscaldo. Gli uffici di entrambi degli enti locali sono stati perquisiti dalla Guardia di Finanza e la Procura di Paola ha iscritto nel registro degli indagati, oltre al dipendente pubblico, anche professionisti e imprenditori di Cosenza e provincia, e del Napoletano. In tutto sono dodici gli indagati. Fatto sta che, secondo l’impianto accusatorio, sono emerse una serie di anomalie all’interno degli uffici dell’area urbanistica del comune di Fuscaldo.

I LAVORI AL DEPURATORE – Uno degli episodi finiti al centro dell’inchiesta del procuratore Pierpaolo Bruni e del sostituto Teresa Valeria Grieco riguarda i contatti tra il funzionario pubblico, un consulente esterno al comune e un ingegnere di una società di costruzioni napoletana, che, tra l’altro, proprio il 29 settembre scorso è stata destinataria di una interdittiva antimafia da parte del Prefetto di Napoli, Carmela Pagano, in stretto raccordo con il Presidente dell’Anac, Raffaele Cantone. Secondo il quadro investigativo i tre avrebbero agito «con artifizi e raggiri» per raggiungere il loro obiettivo. Il dipendente dell’ente locale aveva conferito a un professionista di Acquappesa l’incarico «di predisporre una relazione tecnica illustrativa sullo stato “strutturale e di funzionamento” del depuratore comunale di Fuscaldo al fine di ottenere un finanziamento regionale per il potenziamento del predetto depuratore». Per i magistrati della Procura di Paola il professionista «predisponeva artatamente la predetta relazione sulla base di suggerimenti ed indicazioni ricevute» dall’ingegnere che agiva per conto della società napoletana, beneficiaria delle somme di danaro che la regione Calabria avrebbe dovuto erogare. Le indicazioni riguardavano «dapprima i dati tecnici e successivamente anche l’opportunità di inserire le dicitura “Università degli studi della Calabria”, al fine di rendere la relazione maggiormente autorevole e, di conseguenza, di condizionare i soggetti della Regione preposti alla valutazione e alla erogazione del finanziamento». Per i magistrati, in questo modo la regione Calabria sarebbe stata raggirata e tratta in errore «affinchè erogasse indebitamente la somma di 130mila con pari danno per l’ente stesso». Una manovra che, fortunatamente, non riuscì ad andare completamente in porto. La richiesta venne accolta soltanto in parte della Regione che concesse un finanziamento di circa 13mila euro. Fatti che si sarebbero consumati tra marzo e aprile scorso.

GLI INTERVENTI SUL LUNGOMARE – Al vaglio della procura i contatti tra il dipendente comunale, il socio di una società di Cosenza e quello di una ditta di Marano Principato. Questa volta in ballo c’è «l’intervento di ripristino del lungomare nord – Messinette – del comune di Fuscaldo» per un importo pari a circa 236mila euro, indetta dalla Centrale Unica di Committenza (di cui fanno parte di comni di Cetrarom Fuscaldo, Guardia Piemontese e Acquappesa). Presidente della commissione di gara per l’affidamento dei lavori è proprio il funzionario del comune di Fuscaldo. Per i magistrati con le collusioni e i mezzi fraudolenti adottati «turbavano il regolare svolgimento della gara al fine di ottenere l’illecita aggiudicazione» alla società cosentina. Circostanza poi realmente verificatasi. Fatti avvenuti tra Cosenza e Cetraro nell’aprile scorso.

LE MANI SULLA RACCOLTA DEI RIFIUTI – In un altra circostanza il funzionario era in contatto con tre imprenditori di riferimento di una società di Rossano, impegnata nella raccolta dei rifiuti sul territorio di Fuscaldo. Nonostante la ditta non avesse raggiunto gli obiettivi fissati nel capitolato d’appalto il funzionario «ometteva la doverosa attività amministrativa tesa al recupero del credito di circa 14 mila euro». Obiettivi che prevedevano che in mancanza del raggiungimento di determinati standard, la società avrebbe dovuto pagare al comune di Fuscaldo una somma di danaro a titolo di penalità e l’ente locale avrebbe potuto risolvere il contratto. Circostanze mai avvenute. In cambio il funzionario aveva accettato la promessa, secondo i magistrati, dai quattro imprenditori di ottenere un incarico per un ingegnere di Rende in relazione al bando di gara relativo al servizio integrato di igiene urbana indetto dall’Unione dei Casali (comune di Aprigliano e Cellara), e l’incarico di direttore tecnico della stessa ditta di Rossano. Circostanze accertate tra gennaio e marzo scorso.

I SERVIZI SANITARI PER LA MAMMA – Il funzionario, inoltre, per procurarsi i sanitari da allocare nell’abitazione della mamma si sostituiva illegittimamente al subappaltatore dei lavori sul lungomare di Fuscaldo e si faceva consegnare la merce da una azienda di Rende.

IL COMPUTER PER LA FIGLIA – Sempre il funzionario aveva ordinato, per conto della pubblica amministrazione, una serie di strumenti informatici alle ditte specializzate di Rende e di Montalto Uffugo. Uno di questi, (un computer Apple Mac) lo aveva destinato alla figlia.

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