L'incendio sulle colline cosentine di Tessano
4 minuti per la letturaCOSENZA – Quella di venerdì è stata una delle peggiori giornate sul fronte degli incendi in Calabria. In questo contesto diventato drammatico, due ragazzini di 12 anni ed una ragazzina di 13 sono stati bloccati mentre stavano appiccando il fuoco a Villa Vecchia, un parco di Cosenza.
E’ stato un agente della Polizia municipale a fermarli su segnalazione di un anziano. La polizia municipale ha poi chiamato i genitori dei ragazzini.
L’APPELLO DELL’ARCIVESCOVO DI COSENZA AI RESPONSABILI
Intanto, dopo i drammi vissuti in Calabria nelle ultime ore, è tempo di bilanci (LEGGI I DANNI DI VENERDI’). Ieri a Cosenza sembrava di essere in una zona di guerra. Elicotteri e Canadair in volo per tutto il giorno, sirene in continuazione, alte e dense colonne di fumo che si levavano dalle colline tutto intorno alla città, un odore acre di bruciato che ti entrava nei polmoni, gente costretta a lasciare le proprie abitazioni sia pure in via cautelativa, esplosioni. Oggi la situazione non è migliorata, con un incendio che ha colpito la collina di Tessano, a poca distanza dal centro cittadino, e che ha pure imposto la chiusura di alcuni tratti di strada (GUARDA IL VIDEO).
GUARDA IL VIDEO DELLO SPAVENTOSO INCENDIO DI LUZZI
Una situazione alla quale i calabresi stanno facendo il callo, basti pensare che ieri gli incendi hanno costretto l’Anas a chiudere per sicurezza l’A/2 fra gli svincoli di Rogliano e Cosenza per tutto il pomeriggio in entrambe le direzioni. In tutto questo non è vero che le istituzioni sono rimaste indifferenti. Alla Regione c’era chi si preoccupava della situazione. Era il Governatore Mario Oliverio che, come informa una nota dell’ufficio stampa, ha seguito l’emergenza personalmente, restando in contatto continuo con i sindaci dei centri più colpiti, con le varie prefetture calabresi, con i Vigili del Fuoco, con Calabria Verde e con la Protezione Civile Nazionale a cui è stato richiesto l’aumento dei mezzi di spegnimento aereo.
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Gli altri? Tutti al mare o in montagna. Nonostante la gravità dell’emergenza che sta martoriando uno dei patrimoni più preziosi della Calabria, nessuno ha sentito l’esigenza di stoppare le lunghissime ferie per convocare magari un consiglio regionale straordinario. Certo le parole dette in aula non avrebbero potuto spegnere le fiamme, ma al massimo incendiare gli animi. Ma sarebbe stato un segnale politico, di vicinanza alla gente, costretta da giorni a respirare fumo. O forse si sarebbe potuto approvare un documento in cui chiedere al Governo in maniera più incisiva lo stato di emergenza o semplicemente fare il punto della situazione e capire se è vero come scrive il consigliere di maggioranza Mimmo Bevacqua che la Calabria sul piano anti-incendi sconta qualche ritardo.
Possibile che nessuno abbia sentito la necessità di convocare un consiglio straordinario? In realtà non è proprio così. Lo scorso 18 luglio, luglio avete letto bene, un gruppo di consiglieri aveva pensato che forse del problema era meglio discuterne. I consiglieri Arruzzolo, Cannizzaro, Giudiceandrea, Greco, Nicolò, Nucera, Orsomarso, Romeo e Sculco protocollavano la richiesta di convocazione di una seduta straordinaria del consiglio regionale. All’epoca in sole tre settimane erano bruciati circa 5.826 ettari, ma soprattutto due anziani nel cosentino e nel vibonese erano morti carbonizzati mentre cercavano di spegnere le fiamme e difendere quello che avevano costruito in una vita.
Il consiglio, però, non si è mai tenuto. Il motivo forse risiede nelle beghe politiche che hanno impantanato il funzionamento del consiglio e assicurato ai nostri rappresentanti regionali la ribalta nazionale come stakanovisti sì, ma delle ferie (73 giorni!). Ci riferiamo al mancato accordo sulle poltrone dell’ufficio di presidenza. Le guerre intestine sulle nomine avevano consigliato al capogruppo del Pd, Seby Romeo sostenuto ovviamente dai suoi colleghi, di rinviare salomonicamente tutto a settembre. Andiamocene tutti in ferie, poi si vedrà è stata la strategia accolta da tutti con entusiasmo.
Il risultato è che il consiglio regionale è di fatto “fuori gioco” togliendo anche la possibilità quindi di discutere e affrontare fatti gravi come l’emergenza incendi che da più parti si dice maturata nell’ambito di un disegno criminale. E tornando agli incendi di ieri su Cosenza è davvero criminale quello che è successo. Incendi sono scoppiati, nel pomeriggio, a Luzzi, in provincia di Cosenza, in tre punti diversi del territorio comunale ma in contemporanea, e questo avvalora l’ipotesi che si tratti di roghi di origine dolosa.
Drammatiche richieste di aiuto sono arrivate al 115 dei vigili del fuoco da parte di residenti che hanno visto le fiamme avvicinarsi pericolosamente alle loro abitazioni da diverse direzioni. Allarmi lanciati anche tramite facebook per la disperazione. Alcuni veicoli e dei bomboloni di gas sono stati raggiunti dall’incendio e sono esplosi. Diverse le case fatte evacuare. Altri roghi si sono sviluppati nei pressi dell’Università della Calabria ed hanno costretto l’Anas ad una nuova chisura (questa volta di poche ore) della Silana-Crotonese. A Lattarico due fienili sono andati in fiamme; ad Acri due case, disabitate, sono state lambite dal fuoco. A Castrolibero incendi sono stati appiccati in più punti. Chissà se l’odore acre del fumo è arrivato fino alle località di villeggiatura dei nostri consiglieri regionali.
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