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L'incendio nel centro storico di Cosenza

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I sospetti di chi sta indagando ricadono su un portone chiuso, e solitamente sempre aperto, e su un innesco anomalo

COSENZA – Un punto di innesco dell’incendio a dir poco anomalo e un portone chiuso che, invece, avrebbe dovuto essere aperto: due dettagli sinistri che potrebbero riscriverebbe la tragedia di venerdì scorso, con tre persone carbonizzate nel loro appartamento del centro storico di Cosenza (LEGGI).

Sulla scena, infatti, si affaccia una nuova eventualità: quella dell’incendio doloso. Finalizzato proprio a far strage di Antonio Noce, di suo nipote Roberto Golia e della sua compagna Serafina Speranza? Troppo presto per dirlo, ma di certo le testimonianze raccolte dagli investigatori prospettano uno scenario ben diverso da quello di una disgrazia dettata dal caso o dall’imprudenza delle vittime. Il rogo sarebbe partito dal pianterreno dello stabile e non dall’abitazione della famiglia Noce ubicata al terzo piano.

 

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