Pierfrancesco Madeo (foto dal suo profilo Facebook)
3 minuti per la letturaPierfrancesco Madeo, 33enne di Longobucco, nel Cosentino, racconta il suo dramma
LONGOBUCCO (COSENZA) – «Stanotte il mio respiratore artificiale si è intasato di fumo e stavo soffocando. Se non arriva l’esercito a risolvere questa grave emergenza incendi, che sta mettendo anche a rischio soffocamento i cittadini, inizierò una battaglia senza tregua, scriverò una lettera di denuncia che invierò a ogni testata giornalistica, a ogni Tg, a ogni programma Tv, a ogni associazione umanitaria, e a ogni associazione al diritto alla salute, i vostri giochetti finiranno male, finirete tutti in galera».
È il grido dolore che Pierfrancesco Madeo, longobucchese di 33 anni, affetto da distrofia muscolare, abitante con la propria famiglia nel popoloso quartiere Manna ha postato sul proprio profilo Facebook dopo l’ennesima notte nella quale Longobucco è stata immersa in una nube di fumo proveniente dall’ennesimo incendio che ha riguardato il monte Paleparto sovrastante la cittadina silana.
«Scrivo – prosegue – per raccontarvi la ferocia criminale di chi sta bruciando tutta la Sila cosentina e i boschi della Calabria indisturbato, con l’assordante silenzio delle istituzioni regionali e nell’indifferenza più totale del governo, quasi a dirci che dietro ci sia un disegno molto chiaro. Il territorio longobucchese dallo scorso 25 luglio è circondato dalle fiamme che stanno devastando un immenso patrimonio naturale e il fumo che ne sta derivando soffoca tutti, anche il sole fa fatica a filtrare con i suoi raggi. La notte del 16 agosto è stata la più terribile, siamo stati avvolti da una nube irrespirabile e nauseante. La comunità non ne può più. Quella notte ho rischiato di morire. Che ruolo ha la politica in tutto questo? Chi ci sta dietro? Chi copre questa situazione allarmante? Chi ci guadagna? Chi manovra i fili di questa macchina distruttiva che frutta enormi guadagni?».
Emergenza nell’emergenza dunque. La popolazione è stanca per una situazione che sembra non avere fine. Monte Paleparto Monte Altare, Muoio, Scilippo, Parco Nazionale Sila, tutto continua a bruciare nonostante l’impiego notevole dei mezzi aerei.
In questo mare di disperazione e di impotenza a non mollare è la nascente associazione “Spegniamo il fuoco accendiamo la speranza” nata su iniziativa di cittadini anch’essi preoccupati dalla devastazione che sta interessando gran parte dl territorio. Dopo aver promosso una raccolta di firme è stata predisposta una lettera denuncia inviata a varie istituzioni ed enti fra i quali la Procura di Castrovillari, il sindaco di Longobucco, il presidente della Regione, il presidente del consiglio regionale, il commissario di Calabra verde, la Protezione civile nazionale e regionale, il prefetto di Cosenza, i ministri dell’Interno e dell’Ambiente, il commissario europeo per l’Ambiente, nella quale dicono «basta a questi gruppi criminali che si nascondono dietro una regia oscura fatta di interessi economici che ruotano intorno al business del legname» ma dicono «basta anche alle istituzioni che non possono o non vogliono intervenire in maniera risolutiva allo stato di emergenza in cui viviamo da settimane. La nostra associazione – termina il comunicato – vuole stroncare qualsiasi meccanismo speculativo che rende gli incendi economicamente vantaggiosi. Gli organi preposti vigilino affinché vengano destinate al taglio bosco solo le aree e solo gli alberi che sono stati effettivamente ed irreversibilmente danneggiati dagli incendi, attraverso l’attivazione di uno scrupoloso servizio di controllo del territorio. Attraverso nuove assunzioni vengano ripristinate tutte le figure professionali abilitate alla prevenzione, alla sorveglianza e allo spegnimento degli incendi, un tempo esistenti e ormai sparite».
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