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Alla sala operativa di Cosenza pioggia di richieste di soccorso e molte rischiano di rimanere inevase

COSENZA – «Mi creda, in 24 anni di servizio non ricordo di aver mai visto una situazione del genere. Gli incendi sono aumentati del 150 per cento». Nella sala operativa dei vigili del fuoco di Cosenza non si riesce più a star dietro alle telefonate che arrivano. Venerdì sera il tabellone indicava 40 richieste di soccorso: 25 alle otto di sera erano ancora inevase. Ieri pomeriggio gli interventi – ultimati o in corso – erano già 14, con nuovi fronti da domare come quello di Albidona, sull’alto Jonio cosentino.

Sono stremati e amareggiati i vigili del fuoco, per le risorse che non bastano, i mezzi che si rivelano insufficienti, la «natura strana» di questi incendi che si ripropongono a breve distanza vanificando spesso i loro sforzi. «Non è solo la siccità o il gran caldo. C’è qualcosa di anomalo dietro. Non facciamo in tempo a spendere un incendio che ci ritroviamo un nuovo fronte alle nostre spalle» raccontano. Ci sono aree del Pollino in cui i roghi hanno ripreso – e con nuovo vigore – anche in zone ormai in bonifica. I vigili del fuoco hanno dovuto ormai adeguare le loro modalità di intervento.

«Oggi (ieri, ndr) mentre la squadra operava a Celico, il Dos (il direttore delle operazioni di spegnimento) sorvegliava, perché non divampassero all’improvviso nuovi focolai». A Celico, al momento, i vigili sono riusciti a contenere l’incendio e a tirare un sospiro di sollievo. La Sila resta, però, una delle loro maggiori preoccupazioni: «La squadra di San Giovanni in Fiore ci ha detto che c’è talmente tanto fumo da coprire anche le fiamme. I nostri colleghi fanno fatica a individuare i roghi».

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