Una pattuglia della guardia di finanza
2 minuti per la letturaAMANTEA (COSENZA) – I militari della Guardia di finanza di Amantea, hanno eseguito in diverse regioni un decreto di sequestro per equivalente pari ad euro 1.613.338, emesso dal Gip del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, su richiesta della Procura tirrenica, da circa un mese, guidata dal magistrato, Pierpaolo Bruni. Le indagini sono state coordinate dal pm Maria Francesca Cerchiara e dirette nei confronti di cinque persone residenti nelle province di Cosenza, di Roma e di Siena, per evasione di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, nonché per truffa ai danni della Regione Calabria e della Provincia di Cosenza ed altro Ente Pubblico.
Nell’inchiesta è coinvolto l’assessore al Bilancio del Comune di Amantea, Rocchino Giusta, commercialista di professione, che dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia (LEGGI LA NOTIZIA ANTICIPATA DAL QUOTIDIANO), si è subito dimesso dalla carica in Giunta . Il sequestro riguarda i saldi attivi di 16 rapporti finanziari e 77 beni immobili (fabbricati e terreni) situati nel territorio Senese, Grossetano, Romano, Cosentino, Reggino e Messinese. Le Fiamme Gialle calabre hanno scoperto un sofisticato meccanismo di false fatturazioni, pari a circa 9 milioni di euro emesse da una serie di società (due delle quali estere, in realtà fittiziamente create al solo scopo di rendere più difficoltose le indagini), enti morali e associazioni no profit, intestate persone “prestanome” al fine di evadere le imposte e creare un indebito credito Iva nei confronti dell’erario.
Il falso credito di imposta veniva poi indebitamente utilizzato per compensare debiti Iva con ritenute d’acconto operate nei confronti di numerosi soggetti e mai versate. Una parte delle false fatture, infatti, è stata utilizzata, unitamente ad altra documentazione mendace, quale giustificativo di spesa nell’ambito di un progetto di formazione professionale per l’apprendistato denominato “Addetto al ricevimento”, nonché nell’ambito di corsi di formazione organizzati nei seguenti settori: “Gestione dell’azienda agrituristica”, ”Tecnologia informatica nella gestione e promozione dell’agriturismo”, “Agricoltura sostenibile, rispetto per l’ambiente e qualità dell’azienda turistica”.
Tutte le operazioni illecite venivano abilmente “schermate” da scritturazioni contabili opportunamente predisposte che, come dimostrato anche dal loro confronto con i movimenti bancari afferenti i conti aziendali e quello personale del principale indagato, hanno permesso di veicolare oltre 1,6 milioni di euro a beneficio del truffatore il quale ha in parte trasferito il denaro su conti correnti esteri. Con tali stratagemmi gli indagati traevano anche in inganno gli Enti finanziatori, che provvedevano quindi ad accreditare le relative somme. Al temine delle indagini sono state denunciate cinque persone per i reati di “Emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti” e “Truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche”.
Con il sequestro disposto dal Tribunale di Paola i responsabili sono privati di beni per un valore pari all’evasione fiscale ed alle indebite percezioni pubbliche conseguite pari ad 1.613.338 euro.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA