La conferenza stampa del Procuratore Facciolla a Cosenza
2 minuti per la letturaCOSENZA – Tre persone sono state sottoposte a fermo dalla Squadra mobile di Cosenza con l’accusa di essere gli scafisti delle imbarcazioni su cui viaggiavano i migranti tratti in salvo e giunti venerdì scorso nel porto di Corigliano Calabro a bordo della nave «Vos Hestia» di Save the Children. Nell’occasione sono giunti 577 uomini, 58 donne, di cui sei in stato di gravidanza, e 71 minori, dei quali 67 non accompagnati.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i tre, due siriani ed un libico, facevano parte dell’organizzazione criminale che gestiva il traffico di esseri umani verso l’Italia e sono ritenuti gli scafisti dell’imbarcazione soccorsa nel canale di Sicilia carica di migranti giunti poi nel porto di Corigliano Calabro.
In particolare, dalle indagini, che si sono avvalse della collaborazione di un migrante senegalese, è emerso come i tre – i siriani Khaled Thaled, 24 anni, e Ahmad Dej (24) e il libico Siraj Alakari (21) – fossero coloro che a Sabrata (Libia) facevano parte dell’organizzazione con il compito di assicurare la guardia armata all’interno del campo ove erano tenuti nascosti i migranti.
Il 23 maggio scorso, dopo avere lasciato a terra i fucili, si sono imbarcati su un gommone che hanno materialmente condotto nel Canale di Sicilia. I tre sono stati trovati in possesso di diversi telefoni cellulari, di denaro contante e di supporti informatici.
«Gli operatori – ha detto Facciolla – si sono rapportati con i migranti e hanno individuato tre persone che avevano un ruolo attivo nell’organizzazione criminale. Ora dobbiamo capire perché queste tre persone sono rimaste a bordo. Non si tratta di semplici scafisti – ha detto Fabio Catalano dirigente della Squadra mobile di Cosenza – ma abbiamo accertato che facevano parte attiva del gruppo criminoso. Le dichiarazione dei migranti hanno contribuito a ricostruire il quadro generale. Ci hanno raccontato con dovizia di particolari tutto il viaggio e le violenze subite».
Altro dato emerso durante la conferenza stampa è la «sparizione» dei minori non accompagnati. Si tratta di giovani migranti che senza denaro né documenti lasciano i centri d’accoglienza per andare altrove, non si conosce dove. «Il mio ufficio – ha detto Facciolla – ha contato la scomparsa di 50 minori. E’ un dato allarmante delle vicende post sbarchi, un flusso in aumento che aggrava la situazione».
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