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In una scuola superiore di Paola due professoresse si sono azzuffate. Per una la prognosi è di diversi giorni

PAOLA (COSENZA) – Come se non bastassero le caldaie da riparare, gli scivoloni sui diritti dei minori ignorati dinnanzi ad Anna Falchi, o le ricostruzioni degli episodi di bullismo poi “smentite” nei consigli comunali, per gli scolari paolani c’è sempre qualcosa che sposta in avanti l’asticella degli esemplari accadimenti che ultimamente li riguardano.

Ultimo, in ordine cronologico, un episodio che ha visto contrapposte due insegnanti di una scuola superiore. Stante la ricostruzione fornita da testimoni oculari, che non sarebbe ancora culminata in un’azione legale da parte delle persone coinvolte, all’apice di un battibecco relativo ad un richiamo effettuato nei confronti di un’alunna, si sarebbe scatenata una zuffa vera e propria tra insegnanti, con tanto di referto del pronto soccorso.

Nella fattispecie, a partire dai racconti di coloro che hanno assistito alla scena, successivamente ad un presunto rimbrotto formulato da una professoressa, infastidita dal vociare di una ragazza ancora in corridoio nonostante fosse partito l’orario delle lezioni, la collega cui sarebbe stata indirizzata una parte della reprimenda avrebbe reagito, facendo irruzione nella classe dove gli alunni erano già seduti dinnanzi alla docente alla cattedra, fatta oggetto di invettive e, successivamente, di un’aggressione culminata con un calcio sferrato all’altezza della gamba. La donna colpita avrebbe quindi risposto con un tentativo di accapigliamento nel corridoio principale, dinnanzi agli occhi atterriti dei ragazzi e del resto degli operatori scolastici che, nello sbigottimento generale, avrebbero tentato il possibile per sedare gli animi. A ciò è seguito il ricorso alle cure mediche che, per quanto riguarda la malcapitata aggredita, hanno rivelato diversi giorni di prognosi.

Ovviamente, allo stato attuale, nessuna versione “ufficiale” è stata prodotta in merito alla vicenda, quasi come se non fosse mai accaduta perché, probabilmente, sconveniente sul piano dell’immagine che – ad esempio – la scuola vorrà dare di sé al prossimo “open day”. Fatto sta che quanto è stato messo in atto, dinnanzi agli occhi di un pubblico eterogeneo, è stato un momento nel quale la statura istituzionale della scuola è scivolata ad un livello che potrebbe non bastare a fungere da modello di riferimento per le nuove generazioni. Un attimo nel quale chi dovrebbe garantire la funzione pedagogica dell’istruzione, ha perso il controllo dando sfogo a bassi istinti che mal si conciliano con la crescita culturale degli individui di domani.

Indipendentemente dalla caccia alle streghe che sicuramente prenderà avvio da questa ricostruzione, c’è almeno un istituto che dovrebbe sapere ciò che è successo e, probabilmente, riconoscere la situazione. In questo caso negare non sarebbe il modo migliore per affrontare il problema.

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