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L'arresto di Vittorina Bellusci

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COSENZA – I carabinieri hanno eseguito sette arresti in carcere e tre ai domiciliari, su disposizione della Procura di Castrovillari, a carico di soggetti accusati di costituire un’associazione a delinquere dedita a numerosi delitti come detenzione e porto di armi clandestine, acquisto, spendita e introduzione di banconote false, truffe, ricettazione, furto.

E’ emerso anche un articolato contesto di spaccio di sostanze stupefacenti. Gli arresti sono stati eseguiti a Firmo, Lungro, Spezzano Albanese e Cetraro (GUARDA IL VIDEO).

LEGGI I NOMI DI TUTTE LE PERSONE COINVOLTE

Le indagini si sono concentrate sulla famiglia di Cosimo Donato, capo del gruppo delinquenziale attualmente in carcere (LEGGI) con l’accusa di avere partecipato al triplice omicidio in cui perse la vita il piccolo Cocò, avvenuto a Cassano il 16 gennaio 2014 (LEGGI LA NOTIZIA DELL’OMICIDIO).

Una donna a capo della banda

Tra gli arrestati figura anche la moglie, Vittorina Bellusci, la quale avrebbe assunto un ruolo di vertice facendo da tramite tra il marito, già in carcere, e gli altri componenti del gruppo. Una persona risulta irreperibile. Gli indagati sono in tutto 18 più tre minori, la cui competenza è passata al Tribunale di Catanzaro.

L’omicidio di Cocò

L’omicidio del piccolo Cocò Campolongo, avvenuto a Cassano allo Jonio, in provincia di Cosenza, (LEGGI) destò molto scalpore soprattutto per la violenza e per il contesto in cui esso è avvenuto (LEGGI GLI ESITI DELL’AUTOPSIA). Sul caso intervenne anche il presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi (LEGGI). Il bimbo, di soli tre anni, era col nonno, Giuseppe Iannicelli, e con la compagna di lui, Ibtissam Touss per gli amici Betty (LEGGI LA STORIA DI BETTY). Tutti e tre furono uccisi e i loro cadaveri lasciati bruciare nell’auto con cui arrivarono nel luogo dell’appuntamento con coloro i quali, alla fine, si rivelarono i loro aguzzini.

LEGGI: LA LETTERA SCRITTA AL QUOTIDIANO DELLA MAMMA E DELLA NONNA DI COCO’

Enorme traffico di droga

«In un territorio come quello della Sibaritide, collegato a Castrovillari, c’è un enorme traffico di droga, che rappresenta il punto di contatto con l’omicidio del piccolo Cocò in virtù proprio di alcuni accordi di spartizione del territorio, che è in continuo movimento perché cambiano continuamente alleanze e strategie». Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, nel corso della conferenza stampa in merito all’operazione, denominata “Polihedron”, che ha portato ai nove arresti eseguiti dai carabinieri. Gli indagati sono in tutto 18, più tre minori, su cui sta procedendo la Procura dei minorenni di Catanzaro.

«Un territorio fluido quello della Sibaritide collegato a Castrovillari, dove c’è un enorme traffico di droga – ha commentato il procuratore di Castrovillari Eugenio Facciolla – la droga è il punto di contatto con l’omicidio del piccolo Cocò in virtù proprio di alcuni accordi di spartizione del territorio, che è in continuo movimento, dove cambiano alleanze e strategie». Vittoria Bellusci, ha aggiunto Facciolla «aveva un ruolo determinante, è subentrata al marito nella gestione degli affari e faceva da intermediario. Dalle indagini è emerso anche un cospicuo traffico di banconote false, che venivano utilizzate nei negozi della zona. Mille euro falsi costavano 300euro veri».

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