Tonino Napoli
1 minuto per la letturaCOSENZA – Dopo una malattia che non gli ha lasciato scampo, è morto nella notte il cuoco Tonino Napoli, noto e amato dal pubblico di Cosenza e del suo hinterland, ma non solo: è sempre stato riconosciuto come uno dei più talentuosi chef che la Calabria abbia espresso nel recente passato, e di recente aveva “esportato” la sua arte culinaria nella festa del pesce di Riposto, in Sicilia.
Tonino Napoli – che a giugno aveva compiuto 67 anni – proveniva dalla conoscenza assoluta della materia prima, avendo gestito per anni una pescheria a Cosenza; e anche per questo ha da sempre saputo ospitare nei suoi locali piatti riconosciuti come vere delizie. Ma, soprattutto, ha anche associato a questa sua attività la passione per la politica: per quarant’anni ha militato nel Pci, e dopo la scuola di partito – le celeberrime Frattocchie a Roma – aveva guidato la sezione “Lenin” di via Popilia, popolosa periferia alla quale è rimasto legato fino alla fine; candidato alle amministrative di Cosenza nel 2006, alle ultime elezioni nel capoluogo bruzio aveva deciso di scendere in campo con l’outsider Vincenzo “Guru” Iaconianni, la cui lista non fu ammessa alla competizione (LEGGI LA NOTIZIA).
Molte le menzioni per il suo Pantagruel di Rende nelle guide più prestigiose, e anche il nuovo locale Siamo Fritti – tempio dello street food da due anni e mezzo, gestito dal figlio Cadore nel cuore di Cosenza, con la moglie Silvana ai fornelli – ha iniziato da subito a ricevere attestazioni nelle pubblicazioni di settore. Di recente era divenuto lo chef di un agriturismo sulla costa tirrenica cosentina. «Cuoco», era così che voleva essere chiamato. Napoli lascia altri due figli: Paola e Stefano. I funerali domani alle 10 nella chiesa di San Carlo Borromeo, a Rende.
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