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Il municipio di AIello Calabro

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AIELLO CALABRO – A – Unioni civili: infiamma la polemica in città. L’omosessualità, com’è noto, ancora oggi rappresenta un tabù, un fatto scandaloso, soprattutto nei piccoli borghi del Sud. Ed ogni volta che il dibattito si concentra su tale tema spinoso, le polemiche sono inevitabili. Quanto sta accadendo in queste ore nel piccolo comune di Aiello Calabro, dove l’amministrazione comunale, di cui è sindaco Franco Iacucci, ha divulgato la notizia dell’attivazione della procedura per l’istituzione del registro sulle Unioni civili, è paradossale.

«Si tratta – avevano riferito in merito il sindaco e il presidente del consiglio Eleonora Pucci – di un atto dovuto che vuole cercare di abbattere innanzitutto quella discriminazione che quotidianamente, attraverso violenze verbali e non, vede coinvolta una realtà poco tutelata in termini di parità. Un’amministrazione che, insieme a tante altre operazioni socio-culturali, istituisce un registro di questo tipo, trasmette ai propri amministrati l’idea che tutti i cittadini sono realmente considerati “uguali” nel pieno rispetto dell’articolo 3 della Costituzione». Parole chiare e pacate, quelle dei due politici, cariche anche di tanta speranza per un futuro migliore, fatto di maggiore apertura mentale e, per certi versi, tolleranza rispetto a ciò che viene considerato, erroneamente, “diverso”.

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Tuttavia, purtroppo, non tutti i cittadini di Aiello sono entusiasti dell’iniziativa, ed i commenti sui social sono feroci e polemici. Se c’è stato chi ha scritto “bravi e complimenti” agli amministratori, c’è anche chi, come A.V, ha affermato: “Questa la chiamate democrazia? E’ una vergogna. Il mondo che va a rotoli. La famiglia è composta da uomo e donna, altrimenti Dio avrebbe creato solo uomini o solo donne”. E poi, ancora, V.C.: “Io non sono razzista, né xenofobo, mi danno fastidio tante loro pretese, vogliono matrimoni, figli non potendo procreare. Il mondo è sempre andato avanti con l’unione tra uomo e donna”; per G.M. “la vergogna è anche il matrimonio eterosessuale celebrato in chiesa e poi chi si è visto si è visto”; e ancora V.C. “ognuno può fare della propria vita quello che vuole, l’errore è legalizzare l’unione perché non rappresentano una famiglia”; per R.C. “menti chiuse. C’è tanta gente che giudica, quando poi dovrebbe guardarsi la propria vita”.

A buttare acqua sul fuoco, il presidente del consiglio Pucci, la quale, nel chiudere la polemica, ha dichiarato: «Non facciamola lunga. La procreazione è un conto. Che ci siano altre forme di amore, com’è sempre esistito (vedi Giulio Cesare che pare fosse bisessuale) è un altro conto. Invito tutti ad essere aperti al dialogo, senza offendere, perché siamo esseri umani. Non è necessario condividere, ma rispettare sarebbe doveroso».

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