Agenti della Guardia di Finanza
2 minuti per la lettura Nuova indagine nel settore dell’agricoltura che porta alla luce l’ennesima truffa all’Inps messa in atto per ottenere i contributi agricoli.
COSENZA – Nuova indagine nel settore dell’agricoltura che porta alla luce l’ennesima truffa all’Inps messa in atto per ottenere i contributi agricoli. Questa volta le fiamme gialle del Gruppo di Sibari, coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno smascherato l’ennesima truffa ai danni dell’Inps da parte di un’azienda che operava nella sibaritide. Nel corso delle indagini sono state accertate ben 328 assunzioni fantasma dichiarate dalla società ma che in realtà non sarebbero mai state effettivamente effettuate provocando in questo modo alle Casse dello Stato, un danno erariale quantificato in oltre 1.150.000 euro (tra indennità erogate e contributi non versati).
Il titolare della società, attraverso la stipula e il successivo utilizzo di contratti di fitto o comodato e appalto, ha denunciato all’Istituto previdenziale l’avvenuta assunzione di 343 operai a tempo determinato per complessive 26.000 giornate lavorative, di gran lunga superiore all’effettivo fabbisogno ricostruito, che risulta di sole 1.600 giornate lavorative. La società ha quindi inizialmente denunciato un fabbisogno occupazionale di 1.900 giornate lavorative e, successivamente, prodotto e utilizzato, vari contratti di comodato, affitto e appalto, trasmettendone i relativi dati all’Inps attraverso le denunce aziendali di variazione, al fine di documentare un maggiore fabbisogno occupazionale annuo.
Tuttavia le variazioni venivano respinte dall’Inps, sulla base delle caratteristiche, della tipologia ed estensione dei terreni e della quantità di prodotto coltivabile. Nonostante il rifiuto il titolare della ditta inoltrava denunce trimestrali di utilizzo di manodopera e comunicava l’impiego dei 343 operai a tempo determinato, per complessive 26.458 giornate lavorative. L’esame della documentazione amministrativa contabile e bancaria acquisita e l’escussione di diverse persone, tra committenti dei lavori e dipendenti dell’azienda, hanno consentito di dimostrare che solo 15 dei 343 dipendenti denunciati all’Inps avevano, nel frattempo, svolto attività lavorativa.
I restanti 328 lavoratori sono risultati di fatto inesistenti, ma beneficiari di indennità erogate dall’ente previdenziale, quantificate in oltre 900.000 euro. Si è trattato di indennità per sostegno alla famiglia (assegni familiari per 204.337 euro, assegni per maternità per 58.777 euro e assegni malattia e congedo parentale per 131.273 euro) e per sostegno al lavoro (indennità di disoccupazione per 518.187 euro). Inoltre, la ditta si è resa inadempiente rispetto agli obblighi contributivi, omettendo di versare nelle casse dello Stato i relativi contributi previdenziali Inps, quantificati in oltre 240.000 euro. Tutte le situazioni penalmente rilevanti emerse sono state opportunamente segnalate alla Procura della Repubblica di Castrovillari.
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