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L’indagine è partita dopo la morte di un atleta in Puglia. Altre sei persone sono state denunciate. Usate anche compresse per cani
SIBARI (CS) – Il titolare di due palestre nel Cosentino è stato arrestato in flagranza di reato dalla guardia di finanza e da agenti della squadra Mobile della Questura di Foggia con l’accusa di commercio illegale di sostanze dopanti, mentre altri sei atleti sono stati denunciati per detenzione illegale per uso non terapeutico delle stesse sostanze.
E’ il bilancio dei controlli compiuti nell’ambito delle indagini sulla morte del body builder foggiano Gianni Racano avvenuta il 17 aprile scorso. L’indagine, coordinata dalla Procura di Foggia, ha portato a 13 perquisizioni presso abitazioni e palestre frequentate da body builder.
Durante gli accertamenti sono stati sequestrate numerose confezioni di sostanze dopanti. Tra queste c’erano anche compresse per cani, utili per aumentare la massa muscolare.
Sono in tutto 1549 confezioni di medicinali dopanti sequestrate nelle 13 perquisizioni compiute da Guardia di Finanza e polizia in palestre e abitazioni di body builder delle province di Foggia e Cosenza.
I controlli hanno portato, oltre all’arresto del titolare di due palestre in Calabria e a sei denunce, al sequestro dei farmaci contenenti principi attivi dopanti (compresse, fiale, boccette, bustine e 97 siringhe), di 69 documenti cartacei attestanti la commercializzazione illecita di medicinali dopanti, di due telefoni cellulari e sette supporti multimediali, tra cui 2 pc, e di oltre a 700 euro in contanti. Sono stati perquisiti e denunciati quattro titolari di palestre, di cui tre operanti nel foggiano (Foggia, Cerignola e Manfredonia) ed il quarto, residente ed operante in provincia di Cosenza, Vincenzo Dattoli, che è stato arrestato. Dattoli è titolare di due palestre, a Cassano allo Jonio e Spezzano Albanese (e non a Sibari come era stato riferito in precedenza).
Secondo l’accusa, Dattoli aveva contatti con un body builder di Foggia di 38 anni (denunciato) con il quale gestiva il mercato di prodotti dopanti. «L’indagine della Guardia di Finanza e della questura di Foggia, coordinata dalla locale Procura – ha dichiarato il dirigente della squadra mobile Roberto Pititto – nasce dalla morte del body builder foggiano, Gianni Racano deceduto il 17 aprile scorso e sull’eventuale commercio parallelo delle sostanze dopanti».
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