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COSENZA – Ben 242 sequestri messi a segno dalla Guardia di Finanza di Sibari a scopo preventivo ai fini della confisca obbligatoria anche per equivalente ed emessi dal Tribunale di Castrovillari, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Eugenio Facciolla, nei confronti di altrettanti soggetti indagati e indebiti beneficiari di indennità di accompagnamento e indennità previdenziali ed assistenziali.
Questa l’operazione denominata “Easy Allowance 2” che ha messo in luce un indebito beneficio economico ottenuto per un valore di oltre 2,1 milioni di euro. Oggetto dei sequestri sono stati beni mobili, immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie nella disponibilità degli indagati.
Nello specifico si tratta di 120 terreni, 83 unità abitative, 2 locali commerciali, 101 autovetture e 13 motoveicoli.
La fase esecutiva dei sequestri ha riguardato 149 trascrizioni presso la Conservatoria dei Registri Immobiliari; 74 trascrizioni presso il PRA; varie notifiche presso la Camera di Commercio; 350 sequestri presso banche e/o Poste Italiane Spa, oltre alla notifica dei provvedimenti nei confronti di ogni singolo indagato.
Le Fiamme Gialle, già nel decorso mese di ottobre 2015, nell’ambito dell’operazione denominata “Easy Allowance” (LEGGI LA NOTIZIA), avevano eseguito n. 11 misure cautelari personali nei confronti di soggetti che attraverso la commissione di una serie di delitti ed avevano percepito e/o consentito a terzi di percepire indebitamente le indennità pensionistiche, previdenziali ed assistenziali erogate dall’Inps e dall’Inail. A suo tempo i delitti perpetrati ai danni dell’Inps erano relativi a 615 pratiche di pensione illegittime e caratterizzati dalla fittizia attribuzione ai soggetti indebiti beneficiari della qualità di erede dell’avente diritto, il tutto attraverso «la duplicazione di una legittima e preesistente pratica di rate di pensioni maturate e non riscosse, con beneficiario ultimo artatamente dichiaratosi erede dell’avente diritto; la creazione ex novo di una pratica, riguardante soggetti deceduti dei quali non era stata mai accertata alcuna richiesta di invalidità civile; l’attribuzione della fittizia qualità di erede universale attraverso la predisposizione ed utilizzo di falsi atti testamentari opportunamente inseriti nei relativi fascicoli cartacei; il diretto inserimento dei dati nel sistema informatico dell’Inps senza la previa creazione di una pratica cartacea».
In tutte le condotte l’erogazione delle indennità è stata ottenuta attraverso l’inserimento dei dati nel sistema telematico dell’Inps avvenuto con l’utilizzo della matricola di accesso dell’indagato principale, già responsabile dell’ufficio liquidazioni dello stesso ente pubblico, destinatario della misura personale della custodia cautelare in carcere.
Con riferimento, invece, alle truffe scoperte ai danni dell’Inail, relative alle indennità percepite da n. 22 operatori marittimi, anagraficamente inesistenti, la maggior parte di esse è stata eseguita tramite la diretta immissione dei relativi dati nel sistema informatico dell’Istituto, in assenza di qualsivoglia documentazione giustificativa. Si tratta di falsi certificati medici, falsi documenti d’identità, ed estremi di conti correnti bancari on line, accesi tramite promotori finanziari autorizzati e riferiti a soggetti anagraficamente inesistenti, per la cui accensione sono stati utilizzati falsi documenti di identità. L’inserimento di tali dati nel sistema informatico Inail, necessario per consentire la liquidazione delle indennità e la loro successiva erogazione a favore dei soggetti indebiti beneficiari, è stata eseguita da un dipendente dell’Istituto, già addetto all’ufficio pensioni dello stesso ente, destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari.
Nell’ambito dell’indagine sono stati segnalati all’autorità giudiziaria 12 persone a vario titolo per i reati di associazione a delinquere e truffa; 22 (anagraficamente inesistenti), per concorso in truffa; 447 soggetti, per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e concorso in truffa. Inoltre, 2 persone sono state fermate quali indiziate di delitto, altre 11 sono state destinatarie di misure cautelari personali, di cui n. n. 1 in carcere, n. 4 agli arresti domiciliari e n. 6 di obbligo di presentazione.
Sempre con riferimento alla prima parte dell’operazione si è proceduto al sequestro preventivo di beni, finalizzato alla confisca anche per equivalente, sin alla concorrenza del valore complessivo di circa 7 milioni di euro, disposto, nel tempo, dalle Procure della Repubblica presso i Tribunali di Castrovillari, Cosenza, Paola e Lamezia Terme; al sequestro conservativo di beni, a carico dell’indagato principale, sino alla concorrenza dell’importo complessivo di 4,5 milioni di euro, disposto dalla Procura Regionale della Corte dei Conti – Sezione Giurisdizionale per la Calabria di Catanzaro. A conclusione dell’intera attività espletata, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Castrovillari, ha esercitato l’azione penale con conseguente rinvio a giudizio di oltre 350 singoli soggetti indagati, quali indebiti beneficiari delle indennità in argomento. Le operazioni e i risultati conseguiti dimostrano la concreta presenza sul territorio della Guardia di Finanza nell’espletamento dei compiti propri di polizia economico-finanziaria.
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