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COSENZA – Un’autostrada lunga 440 km che collegasse il sud al resto della Penisola ma in cui non si pagasse il pedaggio, a causa dell’arretratezza economica nella quale si trovava il Mezzogiorno. Con queste premesse, nel 1966, presero il via i lavori della Salerno-Reggio Calabria, l’autostrada “infinita” che adesso il premier Matteo Renzi promette di portare a compimento entro l’anno prossimo.
L’Autostrada, in realtà, era stata completata pochi anni dopo, nel 1972. Quello di cui si parla adesso è l’ammodernamento, scattato nel lontano 1990 quando l’Unione europea obbligò l’Italia ad adeguare il tratto, che era per la quasi totalità a due corsie, senza quella d’emergenza e con curve, salite e discese talmente repentine da provocare incidenti a catena e ingorghi a ogni esodo estivo.
L’Autostrada, che quindi paga la “miopia” con cui venne costruita negli anni Sessanta, si sta quindi ricostruendo da capo sul vecchio tracciato, con inevitabili disagi per la circolazione e con le aperture di piccoli tratti che, nella percezione della popolazione, avvengono col contagocce. Il completamento dei lavori, del resto, viene rimandato di anno in anno dal 2003.
A gestire il tutto è l’Anas, sul cui sito è possibile ricostruire lo stato di avanzamento dei lavori: a febbraio 2015, cioè pochi mesi fa, i km realizzati erano 355, di cui 118 in
Campania, 30 in Basilicata e 207 in Calabria (con lavori da completare su due brevi tratti in corrispondenza del lotto della galleria Fossino, in Calabria, e del tratto tra Lauria nord e il viadotto Caffaro, in Basilicata). Ci sono poi 20 km relativi al macrolotto compreso tra gli svincoli di Laino Borgo e Campotenese, i cui lavori sono stati consegnati nel 2014; 10 km da sottoporre a intervento di restyling, nel tratto finale da Campo Calabro a Reggio Calabria; 6 km relativi al macrolotto tra il viadotto Stupino e lo svincolo di Altilia, finanziato dalla Legge di Stabilità 2014 e per il quale sono in corso le procedure finalizzate all’appalto; 10 km, finanziati dal Decreto Sblocca Italia e di prossimo avvio (macrolotto tra Rogliano e il viadotto Stupino, nonché svincolo di Laureana di Borrello).
Quanto ai costi, a fare il punto è stato di recente il presidente uscente dell’Anas, Pietro Ciucci, che ha voluto sfatare la leggenda di un’opera succhia-soldi (Renzi più volte ha sottolineato come sia costata di più della sonda Curiosity che la Nasa ha mandato su Marte): «Abbiamo speso tutti i soldi stanziati, cioè 9 miliardi, abbiamo completato 360 chilometri. Il costo al chilometro è stato di 20-21 milioni, cioè assolutamente meno di qualsiasi altra opera realizzata in Italia e all’estero. Non è vero che i costi sono quintuplicati».
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