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CATANZARO – Il gip di Catanzaro, Ilaria Tarantino, ha rinviato a giudizio sessanta persone indagate nell’ambito dell’inchiesta “Centodieci e lode” che punta a far luce sui presunti falsi esami sostenuti all’Università della Calabria. Il gip ha riconosciuto l’intervenuta prescrizione per alcuni degli indagati in riferimento al reato di accesso abusivo a sistema informatico (articolo 615-ter). Un’altra persona, Francesco Cozzolino, ha patteggiato a 1 anno e 4 mesi (pena sospesa) oltre alla condanna al pagamento delle spese processuali fissate in 5mila euro. Il processo inizierà a Cosenza il 14 luglio davanti al giudice Lucia Angela Marletta.
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SULL’OPERAZIONE CENTODIECI E LODE
L’inchiesta ha preso il via dalla denuncia dell’allora rettore dell’ateneo, Giovanni Latorre, dopo che un docente della facoltà di Lettere aveva disconosciuto una sua firma sullo statino di uno studente. Da lì, gli inquirenti avevano scoperto un vero e proprio sistema che, tra il 2004 e il 2011, avrebbe portato i laureandi a superare gli esami senza effettivamente sostenerli.
Al termine delle indagini, grazie alla collaborazione di alcuni indagati e alle prove documentali raccolte, si è arrivati a ipotizzare i reati di falso ideologico e materiale oltre che di accesso abusivo al sistema informatico: proprio per quest’ultimo capo di imputazione, gli atti, nello scorso giugno, su pronunciamento della Cassazione, sono stati definitivamente inviati al Tribunale di Catanzaro, competente per le frodi informatiche. Tra gli imputati ci sono molti studenti, personale amministrativo e anche qualche docente. Previsto il processo anche per il giornalista Pino Nano e per Daniele Gambarara, ex presidente del corso di laurea in Scienze della comunicazione. L’accusa è rappresentata dal pm della Procura di Cosenza Antonio Bruno Tridico.
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