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CATANZARO – Svolta nel procedimento a carico dell’ex presidente della Fondazione Field, società in house della Regione Calabria, Domenico Barile, imputato per il reato di peculato per un ammanco di 500mila euro.

Barile, infatti, dopo aver ammesso in passato di essersi appropriato dei fondi dell’ente adesso ha chiesto di poter patteggiare la pena di quattro anni di reclusione. La richiesta di patteggiamento, avanzata dal difensore di Barile, avvocato Enzo Galeota, è stata proposta nel corso del processo attualmente in corso nei confronti dell’ex presidente ed al direttore amministrativo della Field, Lucio Marrello. Sulla richiesta di Barile ha espresso parere favorevole il pubblico ministero, Paolo Petrolo.

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SUL CASO DEL BUCO NELLE CASSE DELLA FIELD

 La posizione di Barile è stata ora stralciata, mentre il processo con rito immediato proseguirà il 7 ottobre prossimo. Barile era stato arrestato e posto ai domiciliari nell’ottobre del 2013. L’inchiesta era stata avviata dopo la dettagliata denuncia del revisore dei conti che aveva scoperto l’ammanco e lo aveva denunciato alla Procura della Repubblica, informando anche la Giunta regionale che aveva provveduto a sospendere Barile. L’ex presidente della Field si era poi impegnato a restituire il denaro, presentando una fideiussione che era risultata falsa. Dopo il suo arresto, l’ex presidente della Field aveva ribadito l’intenzione di voler restituire il denaro. Durante le indagini i militari della Guardia di finanza hanno compiuto una serie di accertamenti sui movimenti di denaro che hanno portato poi all’ammanco dalle casse della Fondazione. Dalle indagini sarebbero emerse, inoltre, responsabilità anche da parte del direttore amministrativo Marrello, che non avrebbe vigilato e non avrebbe segnalato la distrazione dei fondi dal conto corrente della Field.

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