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CASSANO IONIO (CS) – Palloncini, confetti bianchi e tante lacrime. Strazianti le scene che hanno accompagnato l’ultimo saluto a Cocò Campolongo, il bimbo di 3 anni ucciso e poi bruciato insieme al nonno Giuseppe Iannicelli e alla compagna a Cassano.
La chiesa di San Francesco era gremita, in un giorno di lutto cittadino, ma l’accesso è stato proibito alle telecamere. Il feretro di Cocò, avvolto da orchidee bianche, insieme a quello del nonno, sono giunti prima a casa della famiglia Iannicelli dove si sono fermati per poi raggiungere la chiesa dove si è svolto il rito funebre. Il corteo era accompagnato anche da una banda musicale che ha suonato musiche allegre, così come è tradizione in occasione dei funerali di bambini.
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Lungo il corteo funebre, la mamma di Cocò, Antonia Iannicelli, ha continuato a stringere tra le mani la foto del figlio. Giunti in chiesa si sono poi vissuti momenti di grande commozione e dolore. Nella chiesa di San Francesco c’erano anche il padre, le due nonne e lo zio del bambino, che sono attualmente detenuti nel carcere di Castrovillari, ai quali è stato concesso di partecipare ai funerali. Al momento dell’incontro di tutti i familiari del bimbo e di Giuseppe Iannicelli ci sono stati pianti continui e scene di profondo dolore.
Durante la funzione, il monito del parroco, don Silvio Renna, che ha celebrato il rito funebre insieme a don Nicola Arcuri, cappellano del carcere di Castrovillari nel quale è stata detenuta fino a pochi giorni fa la mamma di Cocò e nel quale lo stesso bimbo aveva trascorso tempo. «Non si devono nutrire sentimenti di vendetta perchè con la vendetta si finisce nel baratro» ha detto il sacerdote, esortando i familiari del bambino ucciso e bruciato a trovare conforto nella fede.
«Aver ucciso un bambino di tre anni ed averne bruciato il corpo – ha aggiunto don Silvio – è un fatto che ci fa rabbrividire. Rispetto a quanto è stato detto e scritto in questi giorni c’è poco da aggiungere. Adesso è l’ora del silenzio perchè solo nel silenzio possono maturare le cose gradi della vita. Fa più rumore un albero che cade, infatti, che una foresta che cresce». Rivolgendosi poi ai genitori del bimbo, il sacerdote li ha esortati a «non piangerei perchè sono certo – ha detto – che in questo momento il piccolo Cocò ci guarda dal paradiso. In questi momenti bisogna scoprire il valore della condivisione».
Nel corso della messa è stato letto anche un messaggio di alcuni cugini di Cocò. «Lui – hanno scritto – era un bambino sempre allegro, che amava vivere. Gli hanno strappato la vita con brutalità lasciandoci, noi tutti, orfani dei suoi occhi, del suo affetto e del suo amore».
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