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ANCHE papa Francesco è rimasto turbato dall’atroce morte di Cocò Campilongo, il bimbo di 3 anni ucciso e bruciato a Cassano Ionio, in provincia di Cosenza, insieme al nonno e alla sua compagna (LEGGI). Affacciandosi per la recita dell’Angelus domenicale su una piazza San Pietro anche stavolta gremita, Bergoglio, che proprio oggi per la prima volta si è fatto accompagnare da due bimbi, ha parlato del piccolo calabrese: «Oggi in questa piazza ci sono tanti bambini – ha detto il pontefice tra gli applausi della folla – e io voglio ricordare Cocò Campolongo, a tre anni bruciato in macchina e ucciso». Un delitto che per il Papa «su un bimbo così piccolo sembra non avere precedenti nella storia della criminalità».
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Papa Francesco ha invitato la gente a pregare «con Cocò, che di sicuro ora è in Cielo con Gesù, per le persone che hanno fatto questo reato, perchè si pentano e si convertano al Signore».
A Cassano, la città nella quale è avvenuta la strage, Bergoglio si era rivolto di recente con una lettera nella quale chiedeva perdono per aver assegnato al vescovo Nunzio Galantino l’incarico di segretario generale Cei, costringendolo a viaggiare tra Roma e la Calabria. Ma proprio il presule, nei giorni scorsi aveva visitato la mamma di Cocò nel carcere nel quale si trova rinchiusa e nel quale aveva vissuto anche Cocò, prima di essere affidato al nonno. E al presule Antonia Iannicelli ha affidato una sua lettera nella quale chiede di sforzarsi di abbandonare i propositi di vendetta dopo la strage: «Ci sia la pace nel nome di Cocò».
Dopo le parole del Papa, i familiari di Cocò si sono detti «commossi». La sorella di Antonia Iannicelli, Simona, è stata trasferita nei giorni scorsi in una casa protetta con le due sorelle ed i cugini di Cocò: «Siamo grati al Santo Padre – ha detto Simona Iannicelli al telefono con il leader di Diritti civili, Franco Corbelli – per quello che ha detto e per le preghiere per il nostro piccolo angelo Cocò». L’intervento del pontefice è stato ripreso anche dal vescovo di Cassano e segretario generale Cei Nunzio Galantino: «Le sue parole – ha detto – aumentano anche le nostre responsabilità ed è un invito ad essere più vigili, attenti e coerenti nella nostra vita di uomini e credenti»
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