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CASSANO (CS) – La pioggia non ha fermato la voglia delle gente di prendere parte alla fiaccolata che il vescovo di Cassano nonché segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, e l’Amministrazione comunale hanno promosso dopo la strage in cui sono stati uccisi Giuseppe Iannicelli, Ibtissam Taouss, Betty per gli amici e il piccolo Cocò Nicola Campolongo. Ad aprire la serata davanti ad un migliaio di persone proprio il presule con un breve intervento nel quale ha sottolineato che «il buio nel quale è piombata la nostra comunità – ha detto – ha una causa precisa: la violenza. Un buio reso ancora più spesso e insopportabile dalla efferatezza con la quale ci si è accaniti sui corpi; e soprattutto perchè tra le vittime c’era un bimbo certamente innocente. Se stiamo qui stasera è per ritrovare la voglia di rimetterci in cammino. Se stiamo qui stasera è perchè abbiamo bisogno di luce in questo buio».
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Monsignor Galantino ha, inoltre, aggiunto che «la fiaccolata di stasera vuole dire che qui c’è gente che vuole contribuire, col proprio impegno, a educare a vivere la vita buona del Vangelo, fatta di assunzione di responsabilità e di rispetto degli altri e del creato», per poi concludere ricordando a tutti che «il rumore sordo dei colpi che hanno ucciso le tre vittime e l’odore acre dei cadaveri bruciati non possono essere l’unico rumore nè l’unico insopportabile odore capaci di provocare rivolte civili e indignate mobilitazioni, come quella di questa sera».
Antonia Iannicelli ha scritto tra l’altro che «ho capito che dobbiamo cambiare nel cuore, sforzandoci di non rispondere con la vendetta ma con l’amore. Ho perso un figlio ma ho guadagnato un angelo». Dalla mamma è arrivato anche un appello a non rispondere con la vendetta: «Mi auguro che ciò che è successo adesso non succeda mai più: perché il dolore di una mamma a cui è stato portato via crudelmente un figlio, è qualcosa che ti strappa le viscere e che non auguro a nessuno».
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