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Furto d’auto nel cosentino, l’appello di un giovane studente che si è visto portar via la macchina a Rende: “Era il frutto di tanti sacrifici”
Quella dei furti d’auto nell’area urbana di Cosenza e Rende è una vera e propria piaga che continua a mietere vittime. L’ultimo malcapitato di questo circolo vizioso è Pio. Uno studente universitario fuori sede, che nella serata di sabato 26 ottobre ha assistito al furto della sua Fiat 500 rossa. L’auto, posteggiata in via Atene a Quattromiglia, è sfrecciata nella notte sotto lo sguardo attonito del ragazzo, appena uscito fuori dall’Oktoberfest.
«Non riuscivo a credere che la mia macchina fosse in moto e che i ladri la stessero portando via. Sono rimasto immobile mentre guardavo i fari accesi, incapace di realizzare» racconta turbato.
Il senso di impotenza ha impedito qualsiasi reazione, solo in un secondo momento tenta di inseguire il veicolo, ma si tratta di un vano tentativo.
Dopo il furto dell’auto e il mancato ritrovamento nel cosentino, Pio invoca tutto l’aiuto possibile; Come da prassi denuncia tutto alle autorità, in un secondo momento diffonde il disperato appello sui social.
Il suo messaggio circola in vari gruppi Facebook.
«Devo ammettere che il mio messaggio ha avuto molta eco. Ho sentito tantissime persone della zona e non che mi hanno raccontato ciò che è successo a loro. E’ triste constatare quanto sia diffusa questa pratica» commenta amareggiato Pio.
Per il giovane il danno non è solo di natura materiale, ma, soprattutto, si tratta di una lesione emotiva profonda e intollerabile.
«Ho già specificato nei miei numerosi messaggi che la mia 500 era più di un veicolo. Per me rappresentava il giusto compenso dopo tanti sacrifici» spiega. «Per comprare la macchina ho iniziato a lavorare con mio padre come tecnico di montaggio. Ho lavorato un’estate intera, anche fino a tarda sera. Ho rinunciato a parte della mia vita sociale per un lungo periodo, persino i sabati sera con i miei amici erano diventati una rarità, sia perché ero impegnato ad aiutare mio padre anche nel weekend, sia perché ero troppo affaticato dopo una settimana di lavoro. Comprare l’auto ha rappresentato il giusto appagamento per tutti i miei sacrifici e mi ha fatto sentire realizzato» questo è il retroscena che rivela il ragazzo.
Pio prosegue nella ricerca del suo veicolo e nella diffusione del suo messaggio attraverso tutti i mezzi possibili. Oltre alla volontà di rintracciare ciò che gli è stato sottratto, il suo augurio è quello che la sua denuncia spezzi l’omertosa accettazione di questa pratica e spinga le persone a rivolgersi alle autorità competenti.
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