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La compagnia dei carabinieri di Rende

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Le indagini sul caso di Lisa Gabriele svelano un sistema di spaccio di droga tra Cosenza e l’hinterland e portano al blitz dell’operazione Romeo&Giulietta

IL BLITZ antidroga dei carabinieri della Compagnia di Rende – che ha portato all’esecuzione di quattro misure cautelari tra Cosenza e l’hinterland (LEGGI) – parte da lontano. In particolare, dall’inchiesta sull’omicidio di Lisa Gabriele, su cui la Procura di Cosenza ha fatto luce a ottobre dello scorso anno, 17 anni dopo . Cosa c’entra, dunque, la morte dell’allora 22enne di Rose con l’operazione di Rende?

Per spiegarlo, bisogna partire da un nome chiave: quello di Maurizio Mirko Abate, l’ex poliziotto della Stradale arrestato perché ritenuto l’assassino della ragazza, con cui all’epoca aveva una tormentata relazione. Ma c’è di più: l’attività intercettiva disposta sull’utenza telefonica in uso ad Abate cristallizzò una serie di episodi di spaccio e cessioni di dosi di sostanza stupefacente, anche nei confronti del figlio minorenne. Cessioni che spesso avvenivano utilizzando la cassetta delle lettere, dove la droga poteva essere prelevata dal figlio avvisato dal padre dell’arrivo di “bollette” o “raccomandate”.

Uno stratagemma studiato ad arte per non destare sospetti, ma ben presto scoperto dagli investigatori della Compagnia dell’Oltrecampagnano, guidata dal capitano Maria Chiara Soldano. I militari – subito dopo la consegna al figlio – pervenivano al sequestro della marijuana ceduta, rinvenuta nello zaino del ragazzo. Abate, come si ricorderà, veniva quindi tratto in arresto anche per spaccio di stupefacenti, misura poi convertita con il trasferimento in una struttura per tossicodipendenti della provincia.

ROMEO&GIULIETTA, DALLE INDAGINI SULLA MORTE DI LISA GABRIELE ALLA SCOPERTA DEL TRAFFICO DI DROGA

È proprio in quel vasto compendio di intercettazioni che sono racchiusi anche i dialoghi con l’ex moglie, con cui l’ex agente condivideva l’assiduo consumo di cocaina. Nelle conversazioni ascoltate dagli inquirenti, l’uomo incaricava la compagna di recarsi dai pusher ad acquistare le dosi di cocaina necessarie a soddisfare il loro fabbisogno personale; durante il tragitto compiuto per raggiungere l’abitazione dello spacciatore, la donna teneva acceso il cellulare affinché il compagno – essendo diffidente – potesse ascoltare in diretta le fasi dell’illecita compravendita e sincerarsi così della corrispondenza tra il denaro pagato e il peso della sostanza ordinata.

Abate temeva, infatti, che la donna potesse trattenere per sé una parte della droga acquistata. Talvolta la donna era costretta ad una maggiore attesa per concludere l’affare, perché presso l’abitazione dei pusher cosentini – trasformate in “supermarket della droga” – vi erano altri assuntori giunti prima; una volta giunto il proprio turno, sulla porta d’ingresso dell’abitazione di uno spacciatore, la donna corrispondeva il denaro e poi, voltato l’angolo, aspettava la consegna della cocaina ordinata, aggiornando il compagno in ascolto di essere in attesa sotto la finestra come “Romeo e Giulietta”.

È proprio dai protagonisti del dramma di Shakespeare che deriva il nome in codice dell’operazione portata a compimento ieri, un’appendice alla più vasta inchiesta sul cold case di Lisa Gabriele. Saranno quelle intercettazioni a dare la stura ad un’indagine collaterale e a svelare il più vasto traffico di stupefacenti tra Cosenza e i Comuni limitrofi, consentendo di risalire ai nomi dei pusher da cui Abate e altri assuntori si rifornivano.

ROMEO&GIULIETTA, 4 MISURE CAUTELARI, I NOMI DEI DESTINATARI

Quattro le misure cautelari eseguite dai militari di Rende, disposte dal gip del Tribunale di Cosenza su richiesta della Procura: due ordinanze di custodia in carcere nei confronti di due cosentini Sandro Maestro, cl. 1969 e Manuel Esposito, cl. 1994 (di cui uno già detenuto presso la casa circondariale “S. Cosmai”, l’altro al regime degli arresti domiciliari a Fuscaldo); obbligo di dimora per Francesco Sirianni, cl. 1989 di Castrolibero; obbligo di presentazione alla Pg applicato a Marco Basile, cl. 1972 di Mendicino. In totale sono otto le persone indagate nel procedimento, per complessivi 64 episodi di spaccio: nel corso dell’operazione, infatti, sono state anche eseguite le decretate perquisizioni personali e locali a carico di altri quattro indagati, tutti residenti tra Cosenza e Castrolibero.

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