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L'area del porto di Cetraro

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CETRARO (COSENZA) – Ieri mattina, contestualmente alla pubblicazione del servizio giornalistico apparso in esclusiva su queste colonne, il “latitante” e sorvegliato speciale di pubblica sicurezza, Giuseppe Scornaienchi, si è presentato presso la stazione Carabinieri di Cetraro per costituirsi, essendo risultato irreperibile ai controlli delle forze dell’ordine. Ora rischia di finire in carcere.

Interrogato dal Giudice per le indagini preliminari Maria Grazia Elia, in presenza del suo avvocato Marco Bianco, si attendono determinazioni di merito, avendo avanzato la Procura specifiche richieste al giudice che, dal canto suo, si riservato di decidere.

Scornaienchi è considerato dagli inquirenti un prezioso elemento della locale cosca di ‘ndrangheta. Alcuni giorni fa, durante un controllo di polizia, non è stato trovato presso la sua abitazione, nonostante l’obbligo di soggiorno cui è sottoposto e la necessaria presenza presso il proprio domicilio durante la notte.

Non avendolo trovato, le Forze dell’ordine hanno lanciato l’allarme, ma il presunto “uomo d’onore” è stato irreperibile fino a ieri mattina. Poi, resi noti i fatti sul Quotidiano, è sbucato fuori dal nulla e si è presentato in caserma.

La sua famiglia è composta da elementi di vertice della ‘ndrangheta cetrarese, fedelissima da decenni al potente boss Franco Muto e specializzata nel narcotraffico internazionale. Lo stesso ex latitante è stato peraltro protagonista di varie vicende di criminalità organizzata e fatti di nera di un certo livello, così come suo padre, suo zio ed altri parenti, coinvolti a vario titolo in inchieste antimafia del calibro di “Overloading” e “Frontiera”.

Giuseppe Scornaienchi è stato direttamente coinvolto nell’inchiesta “Frontiera”, ma assolto per insufficienza di prove. È stato però protagonista di una serie di fatti delittuosi contro soggetti che, in distinte circostanze, avrebbero mancato di rispetto a elementi “intranei” alla cosca di ‘ndrangheta di Cetraro.

L’uomo, inoltre, è recidivo rispetto a tali violazioni, essendosi già reso in passato sia irreperibile sia latitante. La sua irreperibilità ha fatto molto rumore, non fosse altro perché ci si è chiesti quali fossero le ragioni alla base di tale strategia, esponendosi al rischio di una condanna fino a cinque anni. C’è forse un collegamento con fatti verificatosi recentemente a Belvedere (LEGGI)? Lo scopriremo presto.

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