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COSENZA – «Il 18 Febbraio 2021 avveniva un incontro nel dismesso consultorio di Celico tra una nostra delegazione insieme alla biblioteca delle donne bruzie e alla presenza del dottor Russo. Lo stesso Russo, al tempo già coordinatore provinciale dei consultori e dirigente medico del consultorio dell’Unical (distretto Valle-Crati) ci assicurava immediato acquisto di un ecografo fisso per l’università nonché quello di due ecografi portatili per garantire servizi di base presso i presidi consultoriali di S. Giovanni in Fiore e Celico.
A distanza di due anni nulla di tutto ciò è avvenuto e rispetto agli slogan per il potenziamento della sanità territoriale in favore dello smantellamento del modello ospedalocentrico nessun servizio sul territorio è stato reso davvero efficiente e capillare».
È quanto scrivono in un comunicato i collettivi Fem.in. cosentine in lotta, Collettiva Medusa UniCal, Praxis_Unical e Collettiva Medusa UniCal annunciando l’occupazione del consultorio universitario.
«Nella nostra provincia – prosegue la nota – è normale lasciare interi comuni in territori come quello presilano, jonico e tirrenico, sprovvisti di ospedali, consultori e anche ambulatori. Così come avviene a Scalea, senza ginecologa da tempo e dove vengono effettuati esclusivamente i pap test, o a San Lorenzo del Vallo, senza ginecologo ed ecografo dal lontano 2019. Lo stesso si può dire per molti altri presidi consultoriali fino ad arrivare alla centralissima Unical, dove il centro sanitario resta un mistero in mezzo al nulla».
E ancora: «Ci chiediamo dove sia il rispetto dei nostri diritti, come sia garantito il diritto alla salute in università e in generale in questa regione. Soprattutto per le donne. Un campus con una vasta comunità studentesca, composta prevalentemente da donne, non offre alcun supporto e garanzia per quanto riguarda prevenzione, salute sessuale e di genere. Le studentesse hanno il diritto di poter effettuare una visita nel luogo che vivono e attraversano ogni giorno, invece non vi sono punti di riferimento per chi vive il campus! Ancor di più per chi non è del luogo, ha problemi a spostarsi o per chi non può permettersi di recarsi da un privato».
Per i collettivi: «Migliaia di giovani sessualmente attive ancora ad oggi vengono private di un servizio essenziale nonché di un diritto perché abbiamo un consultorio senza ecografo. I responsabili continuano a trincerarsi dietro la figura dei commissari e dietro lo spettro del piano di rientro. Emblematico è che ancora una volta siano donne, giovani e studenti a richiamare l’attenzione su una delle carenze strutturali e inaccettabili di questo sistema sanitario e non chi per primo dovrebbe avere l’obiettivo di poter lavorare con strumenti e competenze adeguate per soddisfare le esigenze dell’utenza».
Ecco le richieste che i collettivi formulano all’Asp: «Incontro immediato con il commissario Graziano e la responsabile per le forniture e la logistica, anche alla presenza del coordinatore provinciale dei consultori, Russo; nuovo capitolato di spesa, subito per far sì che nei tempi più celeri si acquisti l’ecografo».
«Le promesse non bastano più – concludono -. La pazienza è finita. Ecografo subito».
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