Alcune delle statue del Mab di Cosenza imbrattate
3 minuti per la letturaCOSENZA – Se solo non fosse morto, la città dei Bruzi avrebbe richiesto l’intervento dell’artista dell’imballaggio Christo. Il problema, del resto, non è di poco conto. E le fotografie, insieme ai commenti dei nuovi estimatori dell’arte, che nelle ultime ore stanno circolando sui social, lo dimostrano. Le statue del Mab sono state deturpate.
Stelle filanti, schiuma e coriandoli, per mano della Generazione Z e chissà di chi altro, sono stati “installati” con grande nonchalance su “Le tre sorelle” di Antonietta Raphael Mafai e poi sulle sculture di De Chirico, Manzù, Fazzini e via discorrendo. C’è da dire che un bambino, travestito alla bell’e meglio per il Carnevale, si è persino auto-inserito in una delle “Tre colonne” di Sacha Sosno.
Anche questa è arte contemporanea? Oppure comprensibile interazione con l’opera artistica? Troppo complicato filosofeggiare su tali interrogativi. Interessa, piuttosto, considerare le dichiarazioni che, sempre sui social, gli amministratori – visto il disastro abbattutosi sul Museo all’aperto Bilotti – hanno esternato, puntando chi il dito contro le famiglie senza stile, senza coraggio e senza educazione che non riuscirebbero a inculcare buone pratiche rispetto all’agire della propria prole; e chi, invece, contro i controllori che non assolverebbero a uno dei più elementari compiti alla base della loro ragion d’essere: controllare.
Così, il consigliere comunale di maggioranza Chiara Penna su Facebook commenta: «Le statue verranno coperte: vengono stuprate 365 giorni l’anno da molti ragazzini che ci salgono sopra, fomentati da alcuni genitori entusiasti di pubblicare foto dei loro pargoli sui social e da incivili che le usano come panchine e poggiaborse. Se la soluzione è incellofanare la cultura nei giorni di festa (posto che come è ovvio si sta procedendo, visto che Carnevale inizia giovedì), invece che educare al senso civico e al rispetto di essa, non c’è una grande prospettiva di crescita».
Dalla minoranza, al contrario, l’opinione è leggermente differente. Bianca Rende, infatti, scrive: «Premesso che è un comportamento di grande inciviltà e maleducazione lasciare che i propri figli imbrattino le statue del Mab, rilevo che già una settimana prima, ogni anno, le stesse venivano protette con teli in plastica per preservarle da questi gesti esecrabili, ma purtroppo prevedibili. Il curatore del Museo all’aperto esiste ancora? E la manutenzione?». Il cellophane – che sia troppo tardi o meno – è comunque, in base a quanto conferma l’amministrazione comunale, in arrivo.
«Oggi (ieri per chi legge, ndr) – dichiara l’assessore all’Edilizia e all’Urbanistica Pina Incarnato – si procederà all’attività di pulitura delle statue, mentre da domani (oggi, ndr), come avevamo già da tempo previsto, si passerà all’impacchettamento, come se vivessimo in uno Stato militarizzato. Per tutti noi, che vogliamo sviluppare nella cittadinanza l’educazione alla bellezza (basti pensare ai qr code di recente installazione sulle statue del Mab), vedere quest’imbrattamento e dover procedere a nascondere l’arte rappresenta una sconfitta. A ogni modo, i lavoratori della Cooperativa, all’opera per tre ore al giorno tutti i giorni, concluderanno quest’attività prima di Carnevale».
Christo sarebbe stato più veloce? Inutile chiederselo: non è più in questo mondo e, soprattutto, vista la situazione finanziaria comunale, non ce lo si sarebbe potuto permettere.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA