L'arrivo di Cesare Battisti in Italia
3 minuti per la letturaROSSANO (COSENZA) – Domenica 25 ottobre, dalle 10.30 alle 12.30, davanti al carcere di Rossano dov’è detenuto l’ex terrorista di Pac Cesare Battisti (LEGGI), è in programma un sit-in per chiedere “Dignità per tutti i detenuti”.
Ad organizzare la manifestazione (che nelle prossime ore potrebbe essere autorizzata dalle autorità competenti) sono stati l’avvocato Adriano D’Amico, consigliere comunale di San Demetrio Corone e membro del Comitato politico provinciale Rifondazione Comunista Cosenza, e Francesco Saccomanno, segretario provinciale Rifondazione Comunista-Cosenza.
Tra i primi firmatari a sostegno dell’iniziativa c’è Franco Piperno, fondatore di Potere operaio e docente dell’Unical. Nel “manifesto” ufficiale pubblicato sulla pagina Facebook di D’Amico, in premessa si rammenta l’articolo 27 della Costituzione («le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato»), e poi, fra le altre cose, si parla delle “privazioni” e “soprusi” che avrebbe subito Cesare Battisti, di “vile e inutile vendetta” dello Stato e di “dignità” da restituire all’ex terrorista.
«La richiesta di aiuto che giunge forte dal super carcere di Rossano – si legge -, ci ha fatto incontrare nei giorni scorsi per discutere di diritti e dignità dei detenuti. Le privazioni ed i soprusi subiti da Cesare Battisti, emerse dalle sue dichiarazioni riportate dai media nazionali e locali, sono comuni, purtroppo, a moltissimi detenuti italiani, che a discapito della citata Carta Costituzionale sono costretti in uno spazio vitale ai minimi termini di sopravvivenza; all’ozio forzato in una cella che il più delle volte non rispetta i canoni di legge; sprovvisti molto spesso di suppellettili indispensabili, quali, ad esempio, un computer o dei francobolli, che consentirebbero al detenuto di continuare a vivere oltre la dimensione disumana del carcere e comunicare con i suoi cari».
Nel caso specifico di Battisti, prosegue il manifesto, «detenuto nel super carcere di Rossano da qualche settimana, nel momento in cui al predetto, che ha scritto numerosi libri pubblicati in Italia ed all’estero, si impedisce l’uso del computer, ritenendosi, provocatoriamente “che non risulta alle autorità una sua professione che implichi la disponibilità del computer o di altro materiale didattico”, è evidente che gli si vuole impedire di interagire con le istanze esterne, culturali e mediatiche, che potrebbero fargli guadagnare il consenso di democratici e garantisti. Se così non è, si diano segnali altri, diversi; si ridia dignità a Cesare Battisti ed a tutti i detenuti italiani; che possano scontare la loro pena secondo le regole e le leggi dello Stato, senza subire da questi, dallo Stato, una vile ed inutile vendetta».
La rieducazione, conclude il manifesto, «è il fine ideale della pena; e lo Stato, durante l’esecuzione della stessa, dovrebbe creare le condizioni necessarie affinché il condannato possa reinserirsi nella società in modo dignitoso, mettendolo in condizioni, una volta libero, di non commettere nuovi reati; finalità introdotta per salvaguardare la dignità umana quale diritto fondamentale dell’uomo in quanto tale. Sulla scorta di queste brevi ma sentite considerazioni, vi invitiamo al sit-in che si terrà innanzi il super carcere di Rossano». Fra i firmatari, a parte Piperno, D’Amico e Saccomanno, anche operatori culturali, giornalisti, sindacalisti, ricercatori dell’Unical, medici, avvocati.
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